Non solo ex-Lettere: la cittadella della cultura si farà e, nei propositi dell'assessore, potrà coinvolgere tutta l'area del Centro Santa Chiara. Un'area che, come hanno lamentato spesso i cittadini e i residenti, ha bisogno di interventi sostanziosi che la sottraggano al degrado in cui è caduta da diversi anni.F. Peterlongo, "Trentino", 16 novembre 2017
L'assessore comunale alla Cultura Andrea Robol fa il punto della situazione: «Fin dal principio abbiamo voluto creare lì una cittadella della cultura e dell'imprenditoria culturale. D'altronde nello stesso edificio ci sono già il Centro servizi culturali Santa Chiara e la sede del Trento Film Festival; a pochi metri di distanza c'è il Conservatorio e la Fondazione Bruno Kessler; persino il Muse non è lontano in linea d'aria. Abbiamo quindi diramato l'avviso pubblico, sollecitando le associazioni e i privati cittadini a darci una loro visione, che contribuisse a delineare le finalità delle strutture rinnovate».
Queste le caratteristiche dell'intervento minimo che si andrà a realizzare negli spazi dell'ex-Lettere, con il fondo di 3,8 milioni del Fondo strategico comunale: al pian terreno un ampio spazio dedicato all'accoglienza, a cui accedere con facilità; al primo e secondo piano, spazi condivisi per il lavoro (co-working) e sale riunioni; al terzo piano, spazi di incubazione per startup e progetti culturali dedicati all'innovazione; al quarto piano, una foresteria, dove gli artisti e gli ospiti possano soggiornare nel periodo di permanenza sul territorio.Il piano è in via di definizione, ma l'assessorato, d'accordo con gli enti culturali del capoluogo, intende rilanciare con una proposta ambiziosa, proponendo una rivisitazione radicale del progetto. Robol: «Negli ultimi giorni abbiamo pensato di rimettere in discussione tutto, perché vogliamo coinvolgere nella ristrutturazione anche gli spazi del Centro Santa Chiara e del Trento Film Festival: andando a ripensare integralmente tutta l'area che va da via Santa Croce al parco, compresa l'ex-mensa, possiamo arrivare a creare un fiore all'occhiello del Trentino, un hub della cultura di respiro sicuramente provinciale, ma perché no, nazionale. I tecnici hanno dichiarato come vetusta tutta la struttura: perché non approfittare dei lavori per pensare a una completa razionalizzazione di quegli spazi? Chiaramente per poter realizzare questo disegno unitario, è necessario coinvolgere anche la Provincia, che è l'unica, al momento, che possa stanziare i fondi necessari. E potremo farlo solo se riusciremo a convincere della grande potenzialità. A fine gennaio, avremo completato l'iter burocratico per definire il progetto».
Il direttore del Centro culturale S. Chiara, Francesco Nardelli, sostiene con convinzione l'ipotesi di un ripensamento complessivo di tutta l'area: «Possiamo creare un unicum a livello nazionale: un grande polo che abbia al centro la dimensione dello spettacolo, con persino le residenze artistico-teatrali. Noi, come anche il Trento Film Festival, siamo passati dallo sconcerto iniziale ad un grande interesse verso la proposta, per via delle sue indiscutibili potenzialità».
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