Renzi riparte da Patt, Dellai, Svp

«Discuteremo e ragioneremo di alleanze. Continueremo a dialogare con chi ha lavorato con noi». L’ex premier Matteo Renzi apre a Dellai, Patt e Svp. «Cercheremo di fare accordi necessari, partendo dai contenuti» dice il segretario del Pd al termine del suo pomeriggio in provincia. «Il ruolo del Trentino è quello di essere aperto al cambiamento e allo stesso tempo maestro di valori». Renzi arriva in Trentino con il treno di «Destinazione Italia».
M. Giovannini, "Corriere del Trentino", 15 novembre 2017

 

«Sono qui per prendere appunti» dice il segretario. L’attacco di Borga: «Il Consorzio turistico Rotaliana ha fatto propaganda».

«Discuteremo e ragioneremo di alleanze, contenuti e poltrone solo più avanti. Ovviamente, le realtà con cui abbiamo sempre lavorato sono quelle con le quali ci piacerebbe continuare a discutere e a trovare degli accordi». Matteo Renzi concede qualche battuta sulla politica trentina solo alla fine del suo pomeriggio in provincia. Al bicigrill di Faedo, dopo una lunga intervista con una troupe televisiva, il segretario nazionale del Pd concentra per un attimo lo sguardo sulla situazione locale. E, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, apre al dialogo con il centro di Lorenzo Dellai, ma anche con Patt e Svp. «Se oggi l’Italia riparte dopo la crisi — precisa l’ex premier — è perché l’abbiamo governata insieme a queste forze politiche. Dunque sì: cercheremo di fare gli accordi necessari, partendo dai contenuti». E poco dopo, davanti alla sala gremita della struttura in località Cadino, Renzi dedica un altro passaggio al Trentino. Individuandone una vocazione chiara: «Ogni volta che vengo qui da voi vedo tanta voglia di futuro ma allo stesso tempo tanta voglia di custodire i valori. Il ruolo del Trentino è questo: essere aperto al cambiamento e allo stesso tempo essere maestro di valori, in una combinazione di passato e futuro».

Prima tappa: Rovereto

Un Trentino che Renzi osserva risalendo l’asse del Brennero con il treno di «Destinazione Italia». Prima tappa: Rovereto. Con un arrivo in stazione che fa un po’ tribolare: un’ora il ritardo accumulato dal segretario nazionale pd. E un’attesa accanto ai binari segnata da qualche protesta («Sono qui per farmi ridare i due euro delle Primarie: ho votato Renzi ma mi ha deluso» ripete a tutti un uomo, camminando avanti e indietro) e da più di una scintilla sul Jobs act tra manifestanti anti-Renzi e democratici (discussione sedata seccamente dal segretario provinciale Italo Gilmozzi: «Non siamo qui per questo» rimbrotta i suoi l’assessore comunale). Pochi, in realtà, gli esponenti pd pronti ad accogliere il proprio leader in stazione: Gilmozzi, l’assessore comunale Andrea Robol, i consiglieri del capoluogo Emanuele Lombardo e Roberta Calza, il sindaco di Mori Stefano Barozzi. Lui, Matteo, all’arrivo non se ne cura granché. Scendendo accanto ad Elisa Filippi, saluta gli operai, risponde a chi è venuto per incitarlo («Non mollare» grida qualcuno), firma libri, si concede alle foto con i cellulari. Poi, via verso il vicino polo della Meccatronica, per il primo appuntamento provinciale della giornata. Ed è qui che lo aspettano molti dei rappresentanti locali dem. Oltre al vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi, «gran cerimoniere» di questo primo momento, a salutare l’ex premier ci sono Alessio Manica, Michele Nicoletti, Luigi Olivieri, ma anche l’assessora Sara Ferrari e il collega Luca Zeni, Lucia Maestri. E, per l’Upt, il segretario Tiziano Mellarini. Con i vertici di Confindustria, Giulio Bonazzi e Roberto Busato, insieme al presidente di Trentino Sviluppo Flavio Tosi a presentare le potenzialità del centro hi-tech della città della Quercia (illustrate in particolare alcune realtà: l’azienda Bonfiglioli, la Riello e la start up «NeveXn»). «L’investimento nel polo della Meccatronica — ricorca Olivi — è di circa 90 milioni di euro. Di questi, però, circa 60 sono fermi a causa della conflittualità esasperata delle imprese e di una giustizia che sta limitando le potenzialità esplosive di questo centro». Con un appunto sull’Autonomia: «Prima di essere soldi, è un modo di essere. È non accontentarsi». «Questo è il futuro del nostro Paese» osserva Renzi, lodando le esperienze dei giovani che lavorano nel polo roveretano. «Stiamo visitando i luoghi simbolici dell’Italia, che ci permettono di imparare qualcosa» aggiunge. «Questo viaggio serve per prendere appunti, non per fare comizi» ripete come un mantra l’ex presidente del consiglio. Che insiste: «È necessario mettersi in gioco, avere il coraggio di innovare. In questo senso, dal polo della Meccatronica mi porto via due parole: capitale umano. Siete l’elemento umano che cambia la storia dell’economia». Un richiamo all’innovazione che torna subito dopo: «Lo dico in Trentino, una terra che sul turismo va alla grande. Non è solo questo il futuro dell’Italia: non siamo il campo vacanze per il fine settimana di austriaci e svedesi (diversi, nella giornata, i richiami alla Svezia e alla debacle della Nazionale italiana, ndr ). L’Italia è fabbrica 4.0, è innovazione. È su questo che si devono concentrare le energie. Certo, se i turisti vogliono venire a vedere il bello, lo facciano pure. Ma voglio che per i miei figli ci sia una possibilità di continuare a investire».

Seconda tappa: Faedo

Solo il tempo per qualche stretta di mano e l’ex premier, con staff al seguito, è di nuovo in treno. Direzione Mezzocorona. Con il passaggio — senza fermata — nel capoluogo che non lascia indifferenti (in molti avrebbero volentieri fatto visitare al segretario nazionale il Muse di Renzo Piano o il centro di protonterapia). L’arrivo in stazione è più o meno la copia di quello già visto a Rovereto. Con meno gente, ma con foto, firme di libri, incitamenti, strette di mano. E qualche contestazione. Una signora si avvicina e prende a male parole l’ex premier per la sua pensione. Chiudendo lapidaria: «Ti odio». Renzi non fa una piega. Sorride e passa oltre. L’attende l’innovativo bicigrill di Faedo, «scortato» questa volta da Luca Zeni. Che prima sale in macchina con lui e poi lo accompagna in bicicletta nell’ultimo tratto di ciclabile fino al locale (per consiglieri e giornalisti, invece, un viaggio più travagliato in pullmino, finito a poche decine di metri dalla struttura in mezzo alla campagna). «Ho visto l’insegna del ristorante “Da Silvio” — scherza l’ex premier — e mi sono detto: anche qui? Mi consenta (imitando Berlusconi, ndr )». Lo attendono molti simpatizzanti pd, qualche esponente del capoluogo (l’assessora Maria Chiara Franzoia, il consigliere Michele Brugnara, il coordinatore cittadino Andrea Rinaldi), il vicepresidente del consiglio regionale Lorenzo Ossanna (unico rappresentante del Patt), Mario Tonina dell’Upt. E l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi, che divide con Zeni le presentazioni non solo degli interventi messi in atto in Trentino sul fronte dell’ambiente e della mobilità sostenibile, ma anche delle realtà virtuose della zona. «C’è solo una città che va meglio di voi sulla mobilità elettrica. E inizia con la F» prosegue sempre sul tono scherzoso Renzi. Che ringrazia Zeni e rilancia: «Sono qui per ascoltare, questo è un giro lontano dalle chiacchiere romane». E ascoltando i numeri del bicigrill riflette: «È importante che si prosegua nella direzione di un ampliamento delle piste ciclabili, che si vada verso sud, verso il Garda. Il turismo tedesco si basa molto sulla bicicletta». Ma l’occhio è sempre puntato avanti: «Siamo pieni di discussioni legate al passato. Anch’io mi ritrovo spesso a guardare ai risultati ottenuti negli anni scorsi. Ma bisogna avere il coraggio di ragionare di futuro, di puntare sull’idea di innovazione. Dobbiamo ricordarci che il mondo cambierà e che se anche questo cambiamento un po’ ci spaventa, i valori veri rimarranno immutati».

È in questa dimensione che Renzi inserisce l’ultimo concetto da lasciare in terra trentina. Sempre con un retrogusto calcistico. «Se l’italia smette di piangersi addosso — conclude l’ex premier — può farcela. Certo, non sembra il giorno giusto per dirlo vista la sconfitta della Nazionale. Ma è questa la linea».

Per lui, invece, la direzione — finale, almeno per la giornata di ieri — è Bolzano. Con l’ultimo appuntamento regionale, anche in questo caso alla stazione e al polo tecnologico del capoluogo altoatesino.