L’incontro tra le associazioni di categoria e la giunta di lunedì non sembra essere stato vano. In vista dell’approvazione, venerdì, del disegno di legge che definirà la struttura della prossima manovra di bilancio, la giunta sta meditando di concedere, almeno in parte, quanto chiesto da Confindustria: agevolazioni Imis anche per i capannoni industriali.
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 8 novembre 2017
Oggi l’imposta vale tra i 15 e i 18 milioni di euro, un tributo che va direttamente ai Comuni e che dovrebbe venire eventualmente compensato da trasferimenti provinciali.
Ieri mattina, a margine del consiglio provinciale e terminato l’incontro con i sindacati, ne discutevano Ugo Rossi, Alessandro Olivi e Carlo Daldoss. La decisione è stata di aprire alle richieste, ma non su tutta la linea: quella, rilanciata in particolare da Confcommercio, di ridurre l’aliquota Irap anche per chi non licenzia e non solo per chi assume non è passata.
«In prima battuta — spiega il vicepresidente Alessandro Olivi — vorrei ricordare che la riduzione dell’Irap interessa già la generalità delle imprese del trentino (dal 3,9 nazionale al 2,68, ndr) . In seconda battuta, però, faccio presente che non possiamo far passare l’idea che il non licenziare sia un valore in qualche modo paragonabile all’assumere nuovo personale. Ci sono stati anni recenti — continua Olivi — in cui la priorità era resistere e, infatti, abbiamo cercato di aiutare in molti modi chi, pur in difficoltà, coraggiosamente decideva di non ricorrere ai licenziamenti. Oggi, però, siamo in una fase nuova. I dati macroeconomici ci dicono che, al netto di alcune situazioni di sofferenza, le assunzioni continuano ad aumentare. Oggi la priorità è agganciarsi alla ripresa, tornare ad investire e a generare lavoro. Da ultimo, ricordo che in realtà piccole, il 5% di assunti in più richiesto dalla normativa per vedersi completamente azzerata l’Irap può ridursi a una sola assunzione. Mi pare ragionevole».
Se su un fronte Olivi chiude, su quello delle agevolazioni Imis (0,86% nazionale, 0,79% provinciale, 0,55% l’aliquota agevolata), il vicepresidente apre. «La richiesta di sgravare di una parte del carico fiscale i siti produttivi delle imprese anche industriali ha una sua ragionevolezza. Mi sento di dire che abbiamo già messo al lavoro i nostri uffici per verificare la praticabilità di una proposta che, però, non potrà riguardare tutti». Attualmente, a beneficiare dell’aliquota agevolata sono alberghi, ristoranti, negozi, bar, studi professionali e i fabbricati ad uso produttivo di carattere artigianale. Insomma, un po’ tutti tranne le industrie.
«Capiamo la richiesta di Confindustria — continua Olivi — soprattutto se diretta a quelle imprese di medie dimensioni che rappresentano un po’ l’ossatura della nostra economia e che, in termini relativi, potrebbero risentire più delle grandi imprese di un aiuto su questo fronte».
Tradotto, pare che l’ipotesi cui lavora la giunta sia quella di stabilire due tipi di limite a questa agevolazioni. Il primo quantitativo, ad esempio 1.000 metri quadrati di sito produttivo, che escluderebbero quindi aziende come la Aquafil del presidente di Confindustria Giulio Bonazzi. Il secondo limite sarà qualitativo: il sito dovrà essere produttivo in termini manifatturieri. Escluse quindi banche, assicurazioni, centrali idroelettriche e altro.
L’ultimo problema, non per importanza, sarà come compensare i Comuni del minor gettito prodotto da una simile decisione della Provincia. «È evidente — rassicura il vicepresidente Olivi — che la Provincia non può prendere una decisione del genere e farla ricadere sui Comuni. Con il collega Carlo Daldoss bisognerà capire come agire per sterilizzare gli effetti di questa nostra scelta sulle amministrazioni locali».