Se Donata Borgonovo Re si augura che il Pd non le chieda un’eventuale disponibilità a candidarsi alle prossime Politiche, un’entusiasta Elisa Filippi dalla conferenza programmatica dem di Napoli fa sapere invece di essere «a disposizione per una sfida importantissima». Lucia Maestri, dal canto suo, si dice «figura di coalizione», mentre in casa autonomista Chiara Avanzo «non esclude a priori» la possibilità di una candidatura «romana».E. Ferro, "Corriere del Trentino", 29 ottobre 2017
Insomma, se la nuova legge elettorale prevede che nei collegi nessuno dei due generi possa essere rappresentato in misura superiore al 60% (che in Trentino significa una donna per il Senato e almeno due nelle liste proporzionali per la Camera), le figure femminili in maggioranza non mancano (Corriere del Trentino di ieri).
«Non sono poche dentro al Pd, avremo la possibilità di fare belle scelte — conferma Borgonovo Re — ciò che serve ora è un percorso di confronto reciproco su persone, qualità e competenze che abbiamo a disposizione». In altre parole «dobbiamo dirci chi ci pare sia più in grado di altri di assumere questo o quel ruolo, al di là di aspettative, desideri e sogni di ciascuno, che hanno il loro valore ma che un partito deve collocare in un disegno ordinato». La presidente del Pd, tuttavia, prova a scansare da sé l’attenzione: «Credo che un ruolo in Parlamento difficilmente mi corrisponda — commenta — ma sono inserita all’interno di una comunità politica, quella del Pd trentino, alla quale tengo molto e questo lascia sempre aperto uno spiraglio». Anche se, ammette, «spero non mi chiedano di candidarmi: in questo momento lo sentirei come un sacrificio».
Lucia Maestri mette in chiaro di non voler lanciare «autocandidature», ma mette sul piatto due dei requisiti che, secondo lei, chiunque, uomo o donna, sia chiamato a candidarsi per un seggio in Parlamento dovrebbe soddisfare: «Radicamento territoriale e autorevolezza — spiega la consigliera provinciale — mi auguro che la coalizione scelga chi rappresenta meglio il territorio, perché il rapporto fra elettori ed eletti è molto importante». «Posso solo dire — conclude — che la mia è una figura di coalizione».
Chi non mostra particolari remore è Elisa Filippi: «Ho dato il mio contributo sul tema dell’Europa e al tavolo sulle pari opportunità — riporta direttamente dalla convention democratica di Napoli — l’impegno a contribuire alla prossima campagna elettorale c’è e penso che la dedizione degli ultimi anni sia lì a dimostrarlo. Questi sono i sentimenti che mi animano: rappresentare le nostre peculiarità provinciali e regionali, poi, è un impegno aggiuntivo che spetta a noi trentini». Alle primarie del Pd che sul finire del 2012 avevano scelto i candidati per la Camera nella precedente tornata elettorale, Filippi era stata la più votata dopo Michele Nicoletti, ma Roma aveva imposto Gianclaudio Bressa capolista facendola scivolare al quarto posto, rendendo poi impossibile la sua elezione. «È stato un esperimento interessante — dice a quasi cinque anni di distanza — ma oggi la cosa più importante è riconnettersi con i cittadini: l’apertura e il contatto diretto sono fondamentali».
Se quanto a candidature la certezza in casa autonomista risponde al nome di Franco Panizza, quello di Chiara Avanzo, ex presidente del consiglio regionale, è un nominativo che circola con insistenza: «A livello di partito non se ne è ancora parlato, almeno non con me — ammette — non lo escludo a priori, ma occorre sedersi attorno al tavolo con il segretario politico e i colleghi». «Al di là del genere, che è un dovere di legge, spero si possa valutare il curriculum politico-amministrativo di ogni figura, che non vuol dire escludere chi non ha esperienza, perché si guadagna sul campo — conclude — in questo periodo di disaffezione dei cittadini dalla politica, la passione e la motivazione non dovrebbero mancare tra i requisiti».
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