Purtroppo ancora una volta nel nostro Trentino ha vinto l'industria dello sci e la politica di chi ritiene necessario continuare ad investire ingenti quantità di denaro (soprattutto pubblico) nella costruzione di nuovi impianti sciistici e nel loro potenziamento. Indubbiamente lo sci rappresenta una forte attrazione turistica, che ha permesso di far conoscere ovunque il nostro territorio e che ha garantito lavoro e benessere al Trentino.Roberto Gabrielli segretario PD Fiemme e Fassa, "Trentino", 27 ottobre 2017
Vanno analizzati però alcuni aspetti. Nell'arco alpino ci sono oltre 12.000 impianti di risalita e migliaia di chilometri di piste da sci con vallate che hanno subito, nei decenni, disboscamenti, movimenti terra e la costruzione di enormi infrastrutture. Non è difficile inoltre trovare in alcune località, anche a noi vicine, impianti in disuso e che l'uomo non ha ritenuto necessario demolire e bonificare, abbandonando tutto in un triste degrado. Mi chiedo per quale motivo la politica provinciale sia cosi poco attenta all'ambiente e per quale motivo, con ostinazione, continui a sostenere con enormi contributi pubblici iniziative spesso discutibili.
Mi chiedo per quale motivo non guardi con interesse e convinzione a quelle proposte lungimiranti e uniche, in grado di rispondere realmente a coloro che ricercano nelle nostre montagne qualcosa di diverso e alternativo allo sci, in un ambiente in cui possa prevalere la tutela della nostra fauna e flora e l'esplorazione della montagna in modo lento, silenzioso e rispettoso, lontano dal rumore assordante dei veicoli a motore. Spesso suggerimenti di questo tipo provengono e sono sostenute con forza da associazioni ambientalistiche le quali, anche attraverso provocazioni utopistiche, tentano di stimolare la crescita dei livelli di consapevolezza ambientale dei frequentatori della montagna. Ma questo non basta, è la politica che si deve attivare in tal senso.
È per questo che ritengo un grave errore della politica provinciale non aver sostenuto con maggior convinzione il progetto di riqualificazione del Passo Rolle proposto dall'imprenditore Lorenzo Delladio. Una proposta del tutto nuova, che avrebbe rilanciato il passo Rolle e costituito un eccellenza del territorio Dolomitico, avrebbe provocato curiosità e interesse per un'offerta turistica estremamente unica nel suo genere. In realtà la politica trentina ha avviato alcune iniziative lodevoli in fatto di tutela ambiente per cui non tutto è perduto. Su tutte, la chiusura estiva del Passo Sella che va riproposta ed estesa ad altri passi Dolomitici, come andrebbe perseguito con maggior convinzione lo sviluppo di una rete di mobilità pubblica realmente efficiente, in grado di rispondere alle esigenze degli abitanti e turisti delle nostre valli, magari con un occhio di riguardo all'ipotesi di trasporto su rotaia cosi come è già stato fatto in gran parte dai nostri vicini altoatesini.
Maggior attenzione e tutela al nostro territorio, sostegno a progetti innovativi di riqualificazione ambientale, un rilancio della mobilità pubblica. La politica deve tornare ad occuparsi anche di tutto questo, con coraggio e lungimiranza, tralasciando logiche che hanno fatto il loro tempo.
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Partito Democratico del Trentino