«Il Pd ha perso contatto con i territori, per questo sulle autonomie è arrivato tardi». È una severa autocritica quella che il parlamentare trentino Michele Nicoletti muove al suo partito. I referendum promossi dai leghisti Maroni e Zaia hanno infatti, ancora una volta, dimostrato quante anime convivano in via del Nazareno."Corriere del Trentino", 25 ottobre 2017
Esemplare il caso della Lombardia dove 7 sindaci del centrosinistra hanno sostenuto la consultazione - tra i più attivi, Giorgio Gori, primo cittadino di Bergamo -, mentre la segreteria locale del Partito la bollava come inutile e, a livello nazionale, il ministro Maurizio Martina (lombardo), invitava all’astensione. «Ma – frena Nicoletti – non si parli di divisioni di fondo. Tutti nel Pd sostengono le autonome regionali, il referendum ha evidenziato solamente delle differenze tattiche». Perché, dunque, percorsi separati? «Negli anni il Pd si è allontanato dai territori e così facendo, sull’autonomia, si è trovato a dover rincorrere la destra. Una posizione scomoda, nonostante i temi di fondo possano essere condivisibili» - riconosce Nicoletti.
C’è però chi non ci sta e inchioda il Pd a quel «pensiero centralista emerso forte e chiaro con il referendum del dicembre scorso». Erminio Boso, Lega Nord del Trentino, infatti, non si lascia sfuggire l’occasione per rimarcare che: «il Pd non vuole parlare di federalismo fiscale nemmeno oggi, alla luce della consultazione popolare». E non risparmia colpi anche a Patt e Upt: «mi chiedo come possano appoggiare ancora coloro che si dichiarano a favore dell’autonomia solo quando visitano il Trentino mentre in realtà la vorrebbero rinnegare. Lo stesso Lorenzo Dellai dovrebbe riflettere sulla situazione e prendere una posizione netta: perché quando era Governatore a Trento non si è mai imposto con forza alle richieste di maggior denaro da parte di Roma?»
Ma per Nicoletti, un conto è ragionare sulle competenze, un altro è invece tentare il ribaltone, come sta cercando di fare Zaia. «Il governatore del Veneto sta strumentalizzando l’esito del referendum in chiave elettorale. Ed è lì l’errore: una cosa che in Trentino noi non abbiamo mai fatto - precisa – non abbiamo mai politicizzato l’autonomia e il centro sinistra è rimasto fedele alle esigenze del territorio. Il resto è solo propaganda elettorale». Resta da vedere, quindi, quante delle richieste fatte si concretizzeranno «anche perché - ricorda Nicoletti - possiamo essere favorevoli a un’estensione dell’autonomia, ma puntare alla specialità è una cosa diversa. E non è una questione di “gelosia trentina”. Vuol dire avere delle motivazioni solide, essere responsabili e disponibili alla solidarietà nazionale. Non significa, insomma, fare leva solo su proclami».
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