Andreatta e le circoscrizioni «Trento, città arcipelago. È forte l’appartenenza»

Un bilancio preferisce non tracciarlo ancora. «Per correttezza — sostiene il sindaco di Trento Alessandro Andreatta — nei confronti di Povo e Mattarello, dell’Argentario e del Centro storico-Piedicastello». Ovvero le quattro circoscrizioni del capoluogo che ancora attendono la sua visita. Una presenza per la quale il primo cittadino ha percepito finora «gratitudine» e che lui interpreta come «un bagno di realtà».
E. Ferro, "Corriere del Trentino", 19 ottobre 2017

 

 

Tra aspetti positivi e problematiche, Andreatta rileva come «nessuno abbia preso le distanze da questa città», che torna a definire «arcipelago». E sulla proposta di mozione «per rinnovare» gli enti locali che ha diviso la commissione decentramento non si sbilancia: «I punti di contatto ci possono essere» osserva.

Sindaco, il suo «viaggio» tra le circoscrizioni ne ha toccato ormai i due terzi. Qual è il bilancio finora?

«Non me la sento di anticiparlo, per correttezza nei confronti delle quattro che ancora devo visitare. Ma questo percorso può essere comunque analizzato da più punti di vista».

Quali?

«Dal mio, come una grande opportunità. Si tratta di un percorso che arricchisce, un bagno di realtà: toccare con mano i problemi, incontrare le persone, consente di sentire la temperatura reale dei nostri quartieri e delle comunità che li vivono e sono chiamate a costruire la nostra città».

Un altro punto di vista?

«Quello di chi ho incontrato. Ammetto di aver percepito una gran gratitudine nei confronti del sindaco che esce da palazzo Geremia e va a incontrare le persone: me l’hanno detto nelle scuole e l’ho colto negli incontri con gli anziani o le associazioni. Queste sono le due valenze che ho respirato».

Che tessuto sociale ha trovato? Quali le identità sul territorio?

«Ogni circoscrizione è diversa e spesso anche all’interno di esse i quartieri sono differenti fra loro. Fondovalle e collina non sono la stessa cosa, così come la collina est e la ovest o le due periferie, Gardolo e Mattarello (quest’ultima manca ancora all’appello, ndr ). Trento è davvero una città arcipelago: è formata da tante isole in qualche modo unite fra loro e raccolte da un senso comune, da un’identità più grande. Si sente un’appartenenza più ravvicinata, spesso con orgoglio, ma anche più ampia e finora l’ho colto dappertutto».

Quanto alle diversità?

«Si fanno forti fra le circoscrizioni che evidenziano una percentuale anche molto elevata di persone anziane e quelle in cui l’equilibrio fra giovani e anziani è diverso. In Oltrefersina ad esempio (l’ultima visitata, ndr ) il rapporto di anzianità è del 200%: per una persona da 0 a 14 anni ce ne sono due dai 65 in su. Questo ci fa pensare. La Clarina invece, ad esempio, ha anche una percentuale di stranieri che sono mediamente più giovani e che, insieme alla presenza dello studentato San Bartolomeo, contribuiscono a dare vivacità al quartiere».

Quali sono le istanze che ha visto emergere con più forza?

«Nel contesto di un volontariato vivo e vivace, la preoccupazione del ricambio alla guida delle associazioni. Si fa fatica a scegliere di portare una responsabilità più grande, accade dunque che magari la stessa persona guidi un gruppo per tre lustri perché non si trova nessuno che abbia voglia di prenderne il posto. L’altro problema riguarda la semplificazione, ma entro un mese sarà pronto il vademecum che aiuterà le associazioni».

Un aspetto che l’ha colpita particolarmente?

«La grande qualità delle nostre scuole. Non solo dal punto di vista degli edifici, nonostante, almeno l’anno scorso, la nostra fosse l’edilizia scolastica migliore d’Italia, ma anche per quanto riguarda il rapporto con il territorio. Alla scuola elementare di Sardagna i bambini sanno tutto della loro zona, in Oltrefersina fanno progetti a sostegno della vicina Rsa. Molti sono attenti allo sport come valore, occasione di incontro tra persone di lingua, razza e cultura diverse, mentre alle medie si coglie un’importante apertura alla mondialità. C’è un’altra cosa poi».

Prego.

«A Trento, nelle persone di qualsiasi età, ho riscontrato la voglia di conoscere sempre più la propria città, di amarla e in qualche modo di servirla. Nessuno ne ha preso le distanze».

Cosa pensa della proposta di riforma delle circoscrizioni che stasera impegnerà nuovamente la commissione decentramento?

«Si cercherà di raggiungere il maggior punto di convergenza possibile: ci sono posizioni molto diverse, c’è chi vorrebbe fare delle circoscrizioni dei comitati di quartiere con un valore di partecipazione, proposta e sintesi, chi vorrebbe affidare loro più poteri, forza e autonomia. I punti di contatto si possono trovare, rispetto il lavoro della commissione».