Le notizie che arrivano dalla Catalogna sono molto preoccupanti; e lo sono ancora di più viste da qui, in una terra come la nostra, che attraverso il dialogo, il riconoscimento dell’altro e una faticosa ma continua negoziazione è riuscita a creare un nuovo modello di autogoverno e di convivenza.Italo Gilmozzi – Segretario provinciale Partito Democratico del Trentino - Alessio Manica – Capogruppo provinciale Partito Democratico del Trentino, 2 ottobre 2017
Le immagini a cui abbiamo assistito in questi giorni - l’irruzione della Guardia Civil nei palazzi delle Istituzioni autonome catalane, l’acuirsi delle attività intimidatorie e repressive, l’occupazione dei seggi e i tentativi di ostacolare l’esercizio del diritto di voto da parte del Governo centrale di Madrid – sono immagini forti, che pensavamo ormai dimenticate in capitoli bui della pur recente storia europea. Non è così purtroppo.
Dall’altra parte c’è l’irresponsabilità delle autorità catalane, che hanno deciso di convocare un referendum e invocare l’indipendenza della Catalogna in maniera del tutto unilaterale e seguendo procedure non democratiche, sostituendo alle pratiche costituzionali quelle plebiscitarie. A ragione il Professore catalano Jordi Amat ha parlato di “congiura degli irresponsabili”, con riferimento ai comportamenti dello Stato spagnolo da un lato e delle Istituzioni catalane dall’altra.
Non posso quindi che condividere e fare mie le parole di Ada Colau, Sindaco di Barcellona: “Non è mai troppo tardi per il dialogo”. La politica deve farsi carico di creare le condizioni per il dialogo, tra Istituzioni, tra cittadini, tra diversi livelli di governo. Solo con il dialogo si può ricomporre questo conflitto e scongiurare una ancor più pericolosa escalation di violenza.
A tre anni dal referendum scozzese e alla luce della rinascita di forti spinte indipendentiste all’interno dei confini europei, ritengo necessaria una nuova riflessione attorno ai temi dell’autonomia e dell’autogoverno dei territori – in una nuova chiave europea - come via alternativa all’indipendentismo e al centralismo. Servono esempi positivi, e la nostra Autonomia è senza dubbio uno dei migliori esempi disponibili di composizione dei conflitti, assunzione di responsabilità e valorizzazione delle aspettative autonomistiche di un territorio e di una comunità attraverso il dialogo e la negoziazione.
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