In Trentino lo Stato spende il 5 per cento in interventi diretti rispetto, per avere una pietra di paragone, al 30 per cento che spende nel Veneto. Non solo: lo stato di salute non proprio roseo della finanza nazionale ha comportato una riduzione totale dei trasferimenti alla Provincia pari ad un terzo dei volumi finanziari.G. Tessari, "Trentino", 28 settembre 2017
Il tutto per un impatto complessivo pari ad 1,5 miliardi di euro, 950 dei quali solo nel 2014 con la firma del Patto di garanzia. Gli americani lo chiamano: fact checking, ovvero la verifica dei fatti, in questo caso quello di una narrazione romana che spesso e volentieri (ultimo caso quello dell’entrata a gamba tesa di Mentana sull’Autonomia) dipinge il Trentino come una provincia succhia risorse. Per lo Stato in questa Provincia automa (e lo stesso vale per Bolzano) la spesa è quasi insignificante rispetto ad altre regioni a statuto ordinario: lo fotografa in modo lampante la tabella pubblicata in questa pagina, permettendo di vedere che Roma tuttavia non riesce a cavarsela con investimenti altrettanto bonsai in altre realtà autonome come Sicilia e Sardegna, tra l’altro dotate di competenze molto simili a quelle del Trentino.
«La Provincia non “costa” 5 miliardi all’anno allo Stato italiano. Non toglie risorse che nell’affermazioni demagogiche di chi si industria a sparare contro l’Autonomia, potrebbero essere messe a disposizione delle regioni più povere. Il bilancio del Trentino non è fatto di trasferimento statali, ma esclusivamente dai 7/10 entrate fiscali generate localmente, cioè delle imposte e delle tasse pagate dai cittadini residenti in Trentino e dalle imprese che hanno qui la loro sede» osserva il governatore Ugo Rossi. «Con queste risorse, in virtù dei meccanismi dell’Autonomia, pattuiti con lo Stato e disciplinati da leggi di rango costituzionale, il Trentino gestisce tutte le proprie competenze, che sono poi praticamente tutte quelle che altrove vengono gestite dallo Stato: sanità, scuola, lavori pubblici, sostegno alle imprese, welfare, agricoltura, ambiente, università e ricerca, e quant’altro» puntualizza, una volta di più il presidente. E che le cifre a gestione provinciale siano importantissime (basti soli vedere il miliardo e mezzo di euro che Trento investe per la sanità) lo si può vedere sintetizzato nell’altra tabella che compare in questa pagina. Insomma una bufala quella che il Trentino contribuisca a fare crescere il disavanzo dello Stato.
Vero è che con il Patto di Garanzia le entrate fiscali sono scese dai 9 ai 7/10, mentre le competenze sono rimaste le stesse di prima. Per quel che vale, in tempi difficili, ci sarebbe da ricordare anche tutte le volte che il Trentino si è mosso con spirito solidale per aiutare altri territori in difficoltà, in presenza di calamità. Spedizioni ed interventi da centinaia di milioni di euro, ma qui stiamo parlando di cifre e non di sentimenti. E l’Autonomia, a chi la conosce poco, suscita invidia e rancori. Tema dunque da (ri)studiare.
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