Variazioni di bilancio - Non autosufficienza: 5,7 milioni in più. Ok in commissione all’assegno unico

 Sono quasi sei i milioni di euro che la giunta ha deciso di stanziare a favore delle persone non autosufficienti in aggiunta ai 110 milioni di euro loro destinati ogni anno tra pensioni di invalidità e assegno di accompagnamento. Sono stati inseriti fra le variazioni al bilancio 2017/2019 appena deliberate, assieme a 25.000 euro per le «spese per indennizzi per danni da vaccini».
E. Ferro, "Corriere del Trentino", 19 settembre 2017

«Tale importo, destinato all’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa, non riguarda danni da vaccini ma da emoderivati» precisa tuttavia l’assessore alla salute Luca Zeni. In base a una legge del 1992 infatti, il Ministero eroga degli indennizzi ai soggetti danneggiati in modo irreversibile da vaccinazioni, trasfusioni e somministrazione di emoderivati infetti. «Si tratta di una legge datata — spiega Zeni — che voleva garantire le persone che potevano ammalarsi in seguito a trasfusioni. Ora il problema è meno rilevante, perché il controllo e la qualità del servizio sono elevati».

Fra le variazioni al bilancio approvate dalla giunta, anche lo stanziamento di poco più di un milione di euro fra il 2017 e il 2018 per l’assistenza agli alunni con bisogni educativi speciali, ma anche ulteriori 5,7 milioni di euro destinati alla non autosufficienza: «Si riferiscono all’indennità di accompagnamento — chiosa l’assessore — e sono un’integrazione rispetto ai 110 milioni di euro erogati all’anno fra pensioni di invalidità e assegno di accompagnamento».

Seicentomila euro sono poi stati destinati sempre all’Apapi per le agevolazioni alle famiglie per la frequenza dei nidi. Poco più di due milioni di euro, inoltre, fra il 2018 e il 2019 è stato previsto di dedicarli a investimenti e contributi nel settore dei beni culturali.

Nel frattempo, ieri, la quarta commissione del Consiglio provinciale ha espresso parere favorevole alla delibera proposta dall’assessore Alessandro Olivi con cui la giunta introdurrà, dal 2018, l’assegno unico provinciale al posto delle diverse misure oggi esistenti per combattere la povertà e sostenere il reddito delle famiglie. Fra le osservazioni della commissione, la richiesta di «valutare l’introduzione di misure finalizzate a rendere più flessibile il sistema dell’Icef prevedendo delle franchigie, ad esempio per il reddito da lavoro saltuario o stagionale dei componenti del nucleo familiare» (la diversificazione delle soglie Icef di accesso agli aiuti è uno dei pilastri dell’assegno unico). I consiglieri chiedono inoltre di aumentare il peso dato al secondo figlio (in luogo del bonus una tantum di 600 euro previsto per il terzo) e di introdurre nell’assegno unico anche le politiche per la casa.

 

Leggi anche: "Assegno unico provinciale al via", "Trentino", 19 SETTEMBRE 2017

TRENTO La Quarta Commissione del Consiglio provinciale di Trento ha dato parere favorevole all'assegno unico provinciale previsto da una delibera proposta dall'assessore Alessandro Olivi, che condivide la richiesta, contenuta nell'osservazione rivolta alla Giunta, di estendere ulteriormente la flessibilità dell'Icef. La Giunta introdurrà dal 2018 l'assegno unico provinciale al posto delle diverse misure oggi esistenti per combattere la povertà e sostenere il reddito delle famiglie. Il testo stabilisce i criteri e le modalità necessari per dare attuazione alla norma da cui l'assegno è stato previsto con una legge provinciale del 2016.

Il via libera della Commissione è arrivato con cinque voti favorevoli. Su sollecitazione del presidente, Giuseppe Detomas, la Commissione ha elaborato e approvato un'osservazione condivisa da accompagnare all'espressione del parere favorevole alla delibera, nella quale sono precisate le richieste emerse nella discussione. L'osservazione scritta è rivolta all'esecutivo perché «valuti l'introduzione di misure finalizzate a: rendere più flessibile il sistema dell'Icef alla base delle misure introdotte prevedendo delle franchigie, come ad esempio per il reddito da lavoro saltuario o stagionale dei componenti del nucleo familiare; a modificare la scala di equivalenza aumentando a 2,1 il peso dato al secondo figlio in luogo del bonus previsto per la nascita del terzo figlio; ad introdurre nell'assegno unico anche le politiche per la casa». L'Assegno non si rivolgerà solo a chi è in condizioni di povertà conclamata, ma anche a chi ha redditi un poco più elevati, avendo svolto delle attività lavorative, ma che rischia fatalmente di scivolare verso l'indigenza. Da qui deriva la necessità di alzare la "soglia" Icef dall'attuale 0,13 a 0,15.