Offrire migliori servizi agli anziani, attraverso il miglioramento della capacità di visione d’insieme, in modo da consentire una programmazione delle politiche e dei servizi in grado di operare in maniera equa e più efficace, rendendo flessibile l'uso delle risorse per sviluppare l’assistenza in modo più mirato, in base alle esigenze delle persone e del territorio.
Ufficio Stampa Provincia, 15 settembre 2017
Questo il fine della riforma del welfare anziani che, dopo quasi due anni di confronto con tutti gli operatori del settore, è stata approvata oggi, in via preliminare, dalla Giunta provinciale. La nuova normativa, proposta dall’assessore Luca Zeni, tiene conto degli esiti del tavolo di lavoro a cui hanno partecipato tutti i soggetti interessati che a vario titolo si occupano di assistenza agli anziani e di invecchiamento attivo; dai sindacati di categoria, alle associazioni di rappresentanza delle RSA, dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari agli ordini professionali (Upipa, CAL, Resp Serv Soc Comm; APSS; Consolida; Org. Sindacali; Consulta per la Salute; Ipasvi, Ordine Medici, Coord Circoli Anziani e Pensionati).
Cardine della riforma il cosiddetto “Spazio Argento”, ovvero una struttura, che all’interno delle comunità di valle, riunirà e coordinerà tutti i soggetti che nei territori si occupano di servizi agli anziani.
La legge attribuirà allo “Spazio Argento” i compiti di governo integrato dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali. La Comunità di valle sarà chiamata dunque, tramite lo Spazio Argento, a gestire la filiera dei servizi per gli anziani e dotata quindi delle opportune funzioni e delle necessarie risorse finanziarie. Alla Provincia resterà la regia rispetto ad una serie di parametri e direttive. In particolare, sul funzionamento delle case di riposo e sul numero dei posti letto che dovrà essere unitario.
"Le risorse pubbliche in favore dell’assistenza agli anziani – ha spiegato l’assessore Zeni – aumenteranno, ma saranno indirizzate verso servizi alternativi alla residenzialità nelle case di riposo. I posti letto cresceranno, ma certo non in proporzione alle necessità, perché dovremo puntare invece, anche per garantire la sostenibilità del sistema, sulla prevenzione, sull'assistenza domiciliare, sul co-housing ed in generale sui servizi che migliorano la qualità della vita, anticipando la non autosufficienza. L’intento è quello di porre sempre più al centro dei servizi la persona e la sua rete familiare, offrendo loro un interlocutore unico in grado di attivare e personalizzare le migliori risorse secondo le esigenze personali e le specifiche situazioni. I trend demografici – spiega ancora l’assessore Zeni – hanno generato nuove esigenze di cura che minano la sostenibilità, non solo economica, del sistema e ne richiedono una maggiore flessibilità e capacità di presa in carico. Ad oggi si stima che in Trentino circa 18.000 persone over65 siano in condizione di non autosufficienza e che all’incirca la metà di questi si trovino in condizione di solitudine o in carico alle famiglie, fuori quindi dal circuito pubblico di assistenza. E’ comunque da evidenziare – ha aggiunto l’assessore – che l’ampiezza e la qualità dei servizi per anziani presenti in Trentino fanno del nostro territorio una delle eccellenze italiane nelle politiche di welfare per la terza età. Dobbiamo lavorare per continuare ad esserlo in una società che cambia velocemente".
Il disegno di legge si compone di 18 articoli, che modificano la legge provinciale 28 maggio 1998, n. 6 (Interventi a favore degli anziani e delle persone non autosufficienti o con gravi disabilità), la legge provinciale sulle politiche sociali 2007 e la legge provinciale sulla tutela della salute 2010. L’intento è quello di approvarla entro la fine dell’anno per farla entrare in vigore, gradualmente, nel corso del 2018.