Riduzione degli sprechi, recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari: il Consiglio provinciale ha completato la discussione del testo unificato dei tre disegni di legge di Avanzo, Civico e Viola già avviato nella sessione di luglio e lo ha approvato all'unanimità.
Consiglio Provincia Trento, 13 settembre 2017
In discussione generale, il consigliere Walter Viola ha ripreso brevemente i contenuti del documento: non stiamo parlando di un servizio che riguarda pochi, bensì decine migliaia di trentini, ha esordito. Qui si vogliono fissare alcune regole anche in considerazione delle norme europee e della legge 166/2016 (legge Gadda) che ha messo ordine a livello nazionale su questo importante servizio che impatta su diverse politiche. Recupero delle eccedenze, consumo responsabile, orientamento alla salute alimentare, attivazione di politiche che impattano con questo servizio a livello ambientale sono solo alcuni degli obiettivi delle nuove norme. Un testo che ha fatto tesoro delle varie audizioni tenute in seno alla commissione da parte dei soggetti istituzionali, ma anche degli attori protagonisti (Banco alimentare, Caritas, Trentino solidale ecc.) Negli strumenti d'intervento abbiamo posto attenzione al ruolo del volontariato, ha aggiunto Viola che ha chiarito che i contributi sono da ricondurre a quattro fattispecie: costi di gestione relativi alla raccolta di beni (alimenti e farmaci) costi per l'affitto di immobili, costi per utilizzo e manutenzione di mezzi di trasporto (attività capillare del servizio), informatizzazione. Per quanto riguarda i contributi per le imprese sono previsti il riconoscimento per investimenti sostenuti laddove si perseguano le finalità di questa norma. I soggetti devono avere un protocollo di collaborazione con la Pat, approvato dal Tavolo di coordinamento che sarà lo snodo centrale per favorire il massimo coordinamento e la collaborazione tra i diversi soggetti. In chiusura il consigliere di Progetto Trentino ha ringraziato tutti coloro che si sono resi disponibili ed hanno contribuito a questa importante e meritoria proposta, ponendo al centro lo scopo della norma.
Mattia Civico ha ripreso il tema già affrontato nelle scorse sedute, ripercorrendo le motivazioni che hanno spinto a questo lavoro: il tema delle eccedenze alimentari è centrale perché mette in luce alcuni paradossi dei tempi odierni, ha detto. Lo spreco di cibo è anche causa di danno ambientale e un danno per così dire “etico”. Ci sono sprechi attribuibili alle carenze delle filiere e sprechi della grande distribuzione o quelli che accadono quotidianamente nelle nostre case. 1 miliardo di tonnellate di alimenti all'anno, 300 kg pro capite di cui circa 95-120 avviene nelle nostre case. Uno spreco che è anche spreco di risorse ambientali ed economiche, un paradosso tutto moderno che vede la compresenza di fame e di obesità: 155 milioni di bambini obesi e 148 milioni di bambini affamati, mentre 36 milioni di persone muoiono ogni anno di fame a fronte di chissà quante muoiono di malattie metaboliche o cardiache. Questi i dati europei, ma l'Italia è coerente con quest'andamento: qui da noi lo spreco vale 30 miliardi di euro, ovvero 450 euro a famiglia all'anno. Ecco dunque che occuparsi di contrasto allo spreco e recupero delle eccedenze non è solo un'azione di giustizia, ma un'azione che ha un valore etico e di tutela dell'ambiente. In questo senso occorre un coordinamento tra le realtà che operano nel settore e tra le risorse, ha osservato. L'auspicio è che la discussione avviata con queste norme serva anche da stimolo alla nostra capacità di raccogliere i problemi della nostra società e studiare altri strumenti per affrontare lo stesso tema anche da altri punti di vista.
L'assessore Luca Zeni ha ringraziato i proponenti dei tre disegni di legge confluiti nel testo unico perché questo è un tema per così dire “simbolico” che ci ricorda che ogni nostra scelta ha implicazioni che vanno aldilà delle nostre piccole decisioni e qui avviamo azioni concrete che incidono nei comportamenti e nelle conseguenze “qui ed ora”. Da un lato il recupero e la distribuzione, dall'altro il consumo responsabile e la riduzione di sprechi e rifiuti. Ordini del giorno
Chiusa la discussione generale si è passati agli ordini del giorno. Il primo approvato in forma emendata, del consigliere Giuseppe Detomas, riconosce la validità del disegno di legge e impegna la Giunta a riconoscere e condividere i risultati del progetto europeo sull'argomento FUSIONS (Food use for social innovation by optimizing waste prevention strategies), uniformando ad esso i parametri e gli interventi.
Il secondo ordine del giorno di Rodolfo Borga, respinto, impegna la Giunta ad intervenire contro la ratifica dell'accordo Ceta, lesivo di una serie di aspetti che riguardano la nostra società nel suo complesso. La nostra agricoltura la si tutela con atti di carattere politico, ha detto e siamo tra le poche regioni d'Italia a non votare questo ordine del giorno. Un atto politico che era già stato presentato, ma che l'onorevole Panizza ha dato l'ordine di ritirare, cosa che da l'impressione di una maggioranza diretta dall'esterno, ha dichiarato.
Approvato invece il successivo documento, a firma Lorenzo Ossanna, che torna sull'argomento Ceta ed impegna la Giunta ad attivarsi presso il Parlamento affinché, all'entrata in vigore dell'accordo, si tutelino la qualità e la particolarità delle produzioni agroalimentari italiane e trentine, riconoscendo le voci DOP e IGP più significative, comprese quelle attualmente non inserite nell'accordo stesso. Hanno dichiarato di non voler votare questo documento Borga, Degasperi, Giovanazzi e Fasanelli che hanno accusato la maggioranza di poca chiarezza e trasparenza, accusandoli di fare “un giochetto che sta in piedi solo per i poco informati”, dal momento che si fa prevalere una poco utile raccomandazione sui pericolosi contenuti di un accordo. L'ordine del giorno è stato approvato con 6 voti contrari, 1 astenuto e un consigliere che non ha partecipato al voto. Approvato infine all'unanimità il quarto ordine del giorno di Walter Viola che impegna la Giunta a formalizzare le buone prassi contenute nel Manuale operativo messo a punto dalla Caritas italiana e dalla Fondazione Banco alimentare onlus, approvato dal ministero della salute. Il consiglio ha proseguito quindi speditamente con la votazione dei 13 articoli che compongono il documento e lo ha approvato all'unanimità