Zeni al governatore: la tattica non basta

«Rossi si è comportato più da tattico che da politico e le sue sono parole che chiudono i confini del Trentino. In ballo non c’è un posto in più o in meno in Parlamento ma la proposta di visione e di programmazione per il nostro territorio». Il disappunto all’interno del Partito democratico è considerevole e Luca Zeni non cela il proprio all’indomani della conferenza stampa del Patt sui «risultati politici e amministrativi conseguiti nei quattro anni di governo» e dei dubbi sollevati dal presidente della Provincia rispetto all’accordo con il Pd per le politiche.
A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 2 settembre 2017

 

La delusione dell’assessore provinciale deriva non tanto da eventuali collaborazioni non rinnovate quanto dalle ragioni che avrebbero spinto il governatore a dubitare di tali intese e, conseguentemente, a una certa sottovalutazione di ciò che vi sarebbe in ballo.

Assessore, cosa pensa dei dubbi sollevati da Rossi sull’eventuale accordo con il Pd per le politiche?

«La politica non può essere ridotta a pura tattica ma deve essere condivisione di una visione. Minacciare il mancato sostegno per ottenere qualcosa in più è un metodo non più compreso dai cittadini. Più in generale credo che il ragionamento stesso sulle politiche sia sbagliato per un motivo molto profondo che riguarda il Trentino. Non viviamo in un’isola e i principali fenomeni che ci investono e che determinano le condizioni di vita dei cittadini, vale a dire le questioni economiche, sociali e sanitarie, sono di ordine nazionale se non addirittura europeo. Come coalizione di centrosinistra autonomista possiamo rivendicare dei risultati di governo ma abbiamo anche l’obbligo di dare una prospettiva».

Il problema sta dunque nel fatto che quelle dichiarazioni sono state più tattiche che politiche?

«Ma certo. Rossi si è comportato più da tattico che da politico e le sue sono state dichiarazioni che chiudono i confini del Trentino. In ballo c’è la proposta di visione e di programmazione che proponiamo ai nostri cittadini. Adesso è in corso un confronto fra due visioni dell’economia, della società, dell’Europa. E si tratta di due visioni contrapposte: da una parte ci sono il Pd e le forze politiche che credono in un’economia di tipo europeo, all’interazione tra i paesi, in una società aperta, inclusiva e basata sulla fiducia. Dall’altra ci sono forze politiche come il Movimento 5 Stelle e la Lega, che invece costruiscono la società sulla paura, che sostengono economie alternative tutte da dimostrare, con sistemi previdenziali e di tassazione che prescindono dal reddito, chiusura, uscita dall’Europa. I trentini avranno di fronte questa scelta e ce l’avranno anche i partiti, per questo è necessario che il quadro sia chiaro e di conseguenza le decisioni consapevoli. È quindi ora di scelte, non solo sul nostro territorio, che dovranno fare in modo che il Trentino non si ritrovi “piccolo e solo” come diceva Bruno Kessler».

E teme siano dichiarazioni che possono allontanare ulteriormente i cittadini dalla politica?

«Sicuramente sì, un dibattito tattico come questo non è più comprensibile. Credo che i cittadini siano consapevoli dei grandi cambiamenti in atto e dell’importanza delle scelte della politica. Proprio per questo dobbiamo incoraggiare il dibattito e la capacità di fare una proposta politica. E adesso Pd e Upt hanno la volontà di concentrare l’attenzione sulla prospettiva di Trentino che vogliamo».