La svolta di governo rispetto al passato c’è stata e non avrebbe potuto non esserci, dettata da dinamiche economico-finanziarie profondamente mutate. Ne sono convinti Alessio Manica e Tiziano Mellarini, che rimarcano il lavoro svolto dalla maggioranza e quella «discontinuità già attuata» che il presidente Ugo Rossi rivendicava dalle pagine del Corriere del Trentino nell’intervista pubblicata domenica.
A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 29 agosto 2017
«Credo sia innegabile che a questa giunta sia toccato un lavoro complesso» premette il capogruppo del Partito democratico, con l’assessore provinciale che gli fa eco elencando poi i «risultati raggiunti come maggioranza». Il contesto all’interno del quale l’attuale esecutivo si è trovato a destreggiarsi «non c’è mai stato in passato» ricorda Manica. «Scelte controcorrente» che si sono rese necessarie anche secondo il senatore Franco Panizza, il quale ricorda come fino a ieri «non si toccava niente perché le risorse erano crescenti». Oggi non è più così, «per la prima volta nella storia dell’Autonomia» sottolinea il segretario del Patt, che loda le «scelte necessarie per contenere le spese e rendere più efficiente la macchina» nonché «il pragmatismo» del presidente Rossi.
«Abbiamo affrontato grandi temi portando a casa tutta la fatica che hanno comportato — prosegue Manica — Un contesto difficile che ha fagocitato molte energie». Un’analisi che accomuna governatore e consigliere, il quale ritiene invece di «divergere» rispetto a Rossi sulla valutazione dello stato di salute della coalizione: «Sono convinto che il centrosinistra autonomista abbia governato bene, ma serve un upgrade. È fisiologico dopo quindici anni il bisogno di sedersi intorno a un tavolo e rendere palese qual è la nostra visione» spiega Manica.
Uno sguardo che, secondo Mellarini, deve spingersi molto avanti. «Ciò che di buono abbiamo fatto deve essere il punto di partenza per immaginare il Trentino del 2030» sostiene l’assessore, secondo il quale le «iniezioni» devono essere «qualitative e non quantitative». I contributi devono essere sicuramente delle idee e non per forza dei nomi, insomma. «Visioni» le chiama Mellarini, rivendicando che su di esse «l’Upt ha sempre fatto gioco di squadra, senza pensare a far emergere i singoli». Portare nuovi contributi non equivale a consegnare «una pagella», perché pensando ad esempio al percorso territoriale della «Casa dei trentini, a questa faceva riferimento il presidente, resistenze ci sono state da una parte dell’Upt ma anche molte da quella storica del Patt» e quindi si può dire che «errori sono stati commessi da entrambe le parti».
Un passato da «lasciare alle spalle per concentrarsi sul futuro» dice l’assessore, che vedo nella prossima manovra di bilancio, l’ultima della legislatura, lo strumento ideale per «lanciare un messaggio e determinare una visione lunga nel tempo per il Trentino». «Delle priorità ne parleremo in maggioranza — spiega Mellarini — ma è chiaro che la centralità del cittadino si determina non solo con interventi sul welfare ma anche a favore dei giovani e di settori come il turismo o l’edilizia».
«Continuare sugli assi individuati fin dall’inizio della consiliatura» è il messaggio di Manica, che vede indispensabile «tornare a utilizzare gli investimenti pubblici come leva, nonostante sia difficile e richieda di individuare nuovi modi per farlo».
Gli obiettivi strategici su cui puntare «sono già stati elencati tutti dal presidente» sostiene Panizza con riferimento all’intervista rilasciata dal governatore. A guidare, in ogni caso, «deve essere la volontà di rendere ancora più competitivo il Trentino».