"Appalti, sistema farraginoso"

«Il combinato disposto dalla crescente farraginosità del sistema pubblico unita all’orientamento delle imprese che concorrono alle gare di scegliere inerzialmente il ricorso alla giustizia amministrativa contro la mancata assegnazione sta determinando una situazione pericolosissima di paralisi della domanda pubblica di beni e servizi».
A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 10 agosto 2017

 

Alessandro Olivi non nasconde le proprie preoccupazioni. I timori del vicepresidente della Provincia sorgono dopo l’ennesimo “stop” imposto da questioni legali a un appalto pubblico, quello legato alla realizzazione dei nuovi laboratori del Polo della Meccatronica a Rovereto che avrebbe garantito lavori per circa 12 milioni. La situazione venutasi a creare è, secondo Olivi, «paradossale». L’illogicità di quanto sta accadendo si esprime «nell’arresto di una domanda pubblica che potrebbe fare da leva all’economia reale e all’occupazione». Tale contraddizione è frutto «di un mix di fattori» tra cui, soprattutto, «ragioni culturali» e «di sistema». Essendosi ridotto il numero di opere commissionate dagli enti pubblici ognuna assume un valore specifico maggiore per le poche imprese rimaste, che finiscono per «scegliere inerzialmente», come evidenziava Olivi, di fare il ricorso. Una lotta fratricida che finisce per bloccare il sistema.

Ma il vicepresidente non addossa tutte le responsabilità agli imprenditori. «Abbiamo continuato a cambiare le regole per cercare di sviluppare un sistema degli appalti che premiasse la qualità, le filiere e la dimensione sociale — spiega Olivi — Tutte cose buone, ma non possiamo credere di risolvere i problemi semplicemente modificando le regole». Si può anche «mettere in discussione alcune soluzioni e modelli organizzativi», partendo ad esempio dal fatto che la costruzione di un sistema unico di gestione degli appalti pare non essere riuscito finora a garantire quell’efficienza che ci si attendeva. A tutto ciò si sommi infine la burocrazia difensiva messa in campo dai funzionari: «Nel momento in cui passa il messaggio che tutto è sindacabile fino alla fine — commenta Olivi — chiaramente può scattare l’idea che meno faccio e meno sbaglio».

Sul caso specifico della «Prom Facility», il vicepresidente ha annunciato ieri che «è stato deciso di scorrere la graduatoria della gara d’appalto al fine di individuare eventuali altre ditte idonee a cui affidare quanto prima l’esecuzione dei lavori, considerato il loro carattere di necessità e urgenza». Una toppa a cui evidentemente si era pensato fin dal primo momento, tant’è vero che nel bando erano stati separati il pacchetto contenente gli strumenti e i macchinari per i laboratori da quello degli spazi fisici in cui sarebbero stati collocati. Il risultato è che, come ha ricordato ieri Olivi, «i laboratori tecnologici sono già stati installati nel corpo della fabbrica esistente che ospita anche le aziende» e «la loro operatività è piena».

Secondo il capogruppo in Consiglio provinciale di Civica Trentina, Rodolfo Borga, la responsabilità è tutta di Piazza Dante. «Qui si getta fumo negli occhi della gente degli imprenditori, che in molti casi restano comunque a sostegno della giunta» attacca il consigliere, secondo il quale «la realtà è che non sono capaci di fare i bandi». Dietro alla vicenda della Meccatronica per Borga «si può cogliere un nuovo fallimento di questa giunta» che già con il Not «aveva commesso a dir poco una leggerezza»