«Folgarida, passati i nostri stimoli Così Provincia regista, non gestore»

«Sono soddisfatto che tutto ciò che abbiamo detto in questi giorni, compresi gli stimoli che ho prodotto io stesso, siano serviti a non considerare questa operazione iniziata e conclusa con l’asta».
A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 5 agosto 2017

 

Aggiudicarsi la Funivie Folgarida Marilleva Spa è stato solo il primo passo, quello «indispensabile» come lo definisce lui stesso. Alessandro Olivi è «soddisfatto» per l’esito dell’asta che ha visto la Sviluppo aree sciistiche Srl aggiudicarsi la società solandra per 30,8 milioni di euro, un’operazione che ha visto il coinvolgimento di Trentino sviluppo e che nonostante il clima emergenziale nel quale si è sviluppata secondo il vicepresidente potrebbe rappresentare una sorta di modello. «La Provincia pressoché in tutte le aree, dovrebbe indurre a sviluppare un ragionamento sulla nascita di aggregazioni dove l’elemento costitutivo è dato proprio dalla presenza dell’ente pubblico» spiega Olivi immaginando però «poli aggregati e non interventi pubblici parcellizzati».

Il caso specifico di Funivie Folgarida Marilleva, per quanto abbia visto operare l’ente pubblico e gli imprenditori privati «in una condizione di necessità», secondo il vicepresidente «ha dimostrato che è possibile ragionare come sistema». Un quadro in cui «ognuno fa per un pezzettino la sua parte», così una «prova superata sul filo di lana» può essere in realtà lo schema «da adottare in diverse situazioni, adattandolo in base ai casi» perché «indurre e stimolare l’imprenditoria e la finanza diventa la necessità per affrontare una sfida che da un lato è globale, a cui il territorio risponde mettendo insieme le sue forze e non difendendosi, e dall’altro deve considerare possibili operazioni speculative».

Promossa anche la formula del prestito obbligazionario. «È quella più appropriata» sottolinea Olivi, respingendo l’ipotesi dell’equity «che avrebbe spostato i ragionamenti sul controllo mentre il tema è il piano di sviluppo». Proprio su questo «la leva pubblica giocherà la sua partita».

Scatta, insomma, la fase due del piano. Il primo punto sarà proprio quello di elaborare un piano di sviluppo «che acquisisca le caratteristiche più congeniali al nostro ruolo, vale a dire stimolare la finanza senza consumarla nel controllo degli asset». Il secondo sarà coinvolgere concretamente ni soggetti privati. «Adesso — spiega Olivi — tutti i soggetti dovranno sedersi attorno a un tavolo per definire le proporzioni dei rispettivi impegni». Per farlo bisognerà attendere che tutti rientrino dalle ferie e poi ci sarà tempo fino alla seconda metà di settembre.