Chiamiamolo “pensatoio” o piuttosto “serbatoio di pensiero”(“think tank” tanto per abusare di un termine in inglese...) nel quale riversare le idee per rilanciare la città. In sostanza un gruppo di esperti, specialisti in varie materie, che cooperano con le loro competenze all'analisi e alla soluzione di problemi specifici di vario genere quello al quale Andrea Miorandi, ex sindaco, sta lavorando.
G. Rudari, "Trentino", 8 luglio 2017
«No, non sono solo. Siamo un gruppetto di quattro-cinque persone al momento che stiamo lavorando attorno a questo progetto del quale si parlerà più concretamente in autunno... Questa città ha bisogno di idee per ripartire. E noi siamo qui» afferma perentorio.
E lei quali idee ha per rilanciare Rovereto? Prendo spunto dalla provocazione del direttore Alberto Faustini durante il dibattito sulla “Rovereto del futuro” in occasione dell’inaugurazione della redazione di Rovereto del Trentino per ricordare come la nostra città ha bisogno di ritrovare uno spazio creativo per le idee. Il tema del lavoro, secondo me, è centrale nella discussione. La questione è stata sollevata ieri da Bruno Ballardini sempre sul Trentino e riguarda Manifattura e polo della Meccatronica. Per carità, riponiamo fiducia in queste due iniziative, ma mi sembra di vedere tante start up, ma poche app. Questo è il vero tema della crescita...
Crescita che ancora non si fa sentire? I numeri sono chiari: siamo all’emergenza sul tema del lavoro. L’economia trentina e roveretana faticano a crescere rispetto all’economia altoatesina. Se va avanti così il Trentino deve vendersi agli altoatesini: sono sempre più gli imprenditori che dall’Alto Adige scendono in Trentino per nuove iniziative a Riva del Garda, come a Rovereto...
Ci sono vie di uscita? E quali potrebbero essere? Non abbiamo bisogno di guru che arrivano da lontano con le loro ricette, ma di un confronto utile dove i protagonisti siano i roveretani. Come era successo con il Mart, siano le intelligenze della città, che non significa l’élite ma chi vuole partecipare ad un progetto di rilancio, a contribuire con le loro idee e fare la loro parte. Persone che possono dare il loro contributo alla città sia che provengano dal volontariato, dalla politica, dal mondo amministrativo o economico. In questo senso vedo l’esigenza di creare questi spazi di confronto per nuove idee per la città.
E qui arriviamo al “pensatoio”... Chiamiamolo come si vuole, ma intanto partiamo e ragioniamo tra roveretani in primo luogo, in maniera trasversale, per pensare al nostro futuro. E dobbiamo farlo anche con un confronto sull’esterno, al di fuori dei confini provinciali guardando magari all’Alto Adige. Quello che manca a Rovereto è la crescita economica che in passato ha portato ricchezza e benessere, ma anche una crescita in termini culturali. Purtroppo ora c’è un appiattimento pericoloso sull’ordinarietà in attesa che sia la Provincia con la bacchetta magica a risolvere i problemi. Le richieste di idee devono venire dai territori altrimenti succede come a Manifattura e Meccatronica viste come iniziative calate dall’alto.
Chiede uno scatto di orgoglio ai rovertani? Un invito a risvegliarsi per confrontarsi su idee e progetti? Quando c’è confronto c’è crescita. E in questo l’Alto Adige ne è un esempio: politica, imprenditoria, banche e istituzioni parlano di Alto Adige non di se stesse. C’è la necessità di sfidarsi con le idee, bisogna osare, presentare idee fuori dai partiti o dal consiglio comunale ma in spazi aperti al confronto. Bisogna scendere molto, ma molto in profondità; scavare, scavare e scavare ancora per analizzare sì i problemi ma anche trovare idee per i prossimi quindici anni.
Miorandi che fa? Si prepara a candidarsi a... A niente. Andrea Miorandi non vuole candidarsi. Metto solo a disposizione, e così chiedo anche ad altri roveretani, lo spirito di generosità al servizio della città.