Stop migranti, no dell’Aula. L’opposizione si arrende

Il tema dei migranti ancora al centro del dibattito in consiglio provinciale. Ieri l’aula, al termine di una discussione che ha impegnato l’intera mattinata, ha respinto con 11 voti favorevoli, 18 contrari e 1 astenuto la risoluzione proposta dalle minoranze per chiedere alla giunta a «rivedere gli accordi con il Governo nazionale al fine di non prevedere l’aumento del numero di profughi oggi accolti sul territorio provinciale».
A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 7 luglio 2017

 

Al termine di una breve riunione della maggioranza, l’assessore Luca Zeni ha spiegato perché l’esecutivo ritenesse inaccettabile la proposta. «Non è possibile ottenere un blocco dell’accoglienza con questo schema» ha spiegato, aggiungendo che «oggi lo Stato ha ripartito le quote dei migranti sulla base della popolazione residente» quindi «protestare non cambia i numeri». Zeni ha ricordato che, comunque, «abbiamo già chiesto la verifica del rispetto delle quote» da parte di tutte le Regioni in quanto dai dati diffusi dal commissariato del Governo emergeva che «c’era qualcuno che ospitava più di quanto previsto e altri di meno». Ma non solo.

Mettere in discussione l’accordo con il Governo nazionale per la gestione dei migranti sulla base di un’eventuale nuova ripartizione, secondo Zeni significa aprire allo scenario alternativo «in cui è il commissario del Governo che gestisce direttamente la questione, come nelle altre regioni fanno i prefetti, con i risultati che sono evidenti: campi profughi, alberghi utilizzati per l’accoglienza». «Sinceramente io dubito che questo modello sia migliore rispetto al nostro» ha concluso l’assessore.

Piccate le repliche dei consiglieri dell’opposizione. «Capisco il Pd, che si dimostra coerente, ma che il Patt voti contro mi sembra davvero imbarazzante» ha tuonato Maurizio Fugatti (Lega). Contro il partito autonomista si è scagliato anche Walter Kaswalder, ex consigliere delle Stelle Alpine: «Votare contro significa opporsi ai principi autonomisti — sostiene — Si tratta di un inversione di 180 gradi rispetto ai principi del partito».

In mattinata il consigliere è stato protagonista di un acceso scambio di battute con il governatore Rossi, accusato di utilizzare il telefonino anziché ascoltare l’intervento di Fugatti. «Il presidente ascolta, magari prende anche appunti, e lo dimostrerà in sede di replica» è stata la risposta di Rossi.