Bufera su Baratter che spara sui vaccini

he non sia un periodo felice per Lorenzo Baratter si sapeva. Ma ieri si è aggiunto l’ennesimo capitolo turbolento alla sua avventura in Consiglio provinciale. L’ex capogruppo del Patt, riammesso solo di recente nel gruppo autonomista (con i mal di pancia del Pd) ha presentato una question time per chiedere che la Provincia non si adegui al decreto Lorenzin che introduce l’obbligo delle vaccinazioni e prevede sanzioni per i genitori che non lo rispettano.
"Trentino", 6 luglio 2017

 

Mentre parlava, i colleghi di maggioranza sono usciti dall’aula in segno di protesta. I capigruppo di maggioranza poi hanno diffuso una nota di soddisfazione per il fatto che al Senato il decreto è stato, proprio ieri, edulcorato con la riduzione a 10 delle vaccinazioni obbligatorie e l’addolcimento delle sanzioni. Ciononostante, ieri Baratter è partito a testa bassa, alla carica contro l’obbligo vaccinale. Baratter invita la Giunta a chiedere al governo di garantire informazioni da fonti indipendenti su rischi e benefici generati dalle vaccinazioni, accesso garantito dallo Stato ad anamnesi pre vaccinale approfondita e monitoraggio post vaccinale per segnalare alla Apss eventi avversi, garanzia di prodotti vaccinali più sicuri, vaccini monovalenti per calendari vaccinali personalizzati in accordo con il proprio pediatra, costituzione della Commissione vaccini. Baratter chiede anche la revisione dei meccanismi coercitivi con l’eliminazione del divieto di accesso nelle scuole ai bambini non vaccinati nella fascia 0-6 anni, di invertire l’onere della prova in merito ai danni da vaccini (sia lo Stato a dimostrare che il danno non è causato da vaccini), e che lo Stato abbia un diritto di rivalsa sulle case produttrici di vaccini.

L’assessore Michele Dallapiccola ha risposto che quella era una mozione più che un’interrogazione alla quale, peraltro è già stata data risposta dall’assessore Zeni a giugno. Baratter, a titolo personale, ha risposto di avere diritto a mantenere le perplessità. Il consigliere ha affermato che sono 636 i danneggiati da vaccini e ci si deve chiedere, tra l’altro, perché molti medici che hanno criticato questi metodi sono stati radiati. Il consigliere ha concluso che a un politico non si può chiedere un atto di fede. Però lui è stato il primo a non citare le fonti dei suoi dati.

La sua uscita ha mandato su tutte le furie i colleghi di maggioranza. Alessio Manica capogruppo del Pd è stato il più duro: «E’ stata un’uscita inopportuna e provocatoria soprattutto considerando che al Senato proprio oggi sono stati ridotti i vaccini obbligatori e sono state ammorbidite le sanzioni nei confronti delle famiglie».