Martedì 27 giugno Il consigliere provinciale Mattia Civico ha presentato al Consiglio d’Europa il modello dei Corridoi Umanitari e ha raccontato l’esperienza di Trento. “I siriani profughi in Libano sono 1,5 milioni su 4,5 milioni di abitanti. La situazione é davvero insostenibile da tutti i punti di vista: sociale, sanitario, educativo, del riconoscimento dei fondamentali diritti umani.
Trento, 28 giugno 2017
Quando abbiamo conosciuto Badheea e la sua famiglia (9 figli, 20 nipoti molti dei quali molto piccoli) e abbiamo appreso della loro intenzione di prendere i barconi. Con i volontari di Operazione Colomba (presenti nel campo di Tel Abbas da tre anni) ci siamo chiesti non solo cosa sarebbe stato di loro, ma anche che stava accadendo a noi, alla nostra stessa umanità, in grado di assistere inerme a quelle immani tragedie. Con la Comunità di Sant’Egidio abbiamo costruito una alternativa, una strada nuova.
A fine anno saranno 2.000 le persone messe in salvo e in sicurezza con i corridoi umanitari.
Il 17 dicembre 2015 a Roma si é firmato il protocollo con il Governo e il giorno dopo il Consiglio Provinciale di Trento ha approvato un ordine del giorno di sostegno e di disponibilità all’accoglienza. Il corridoio umanitario é davvero l’alternativa ai trafficanti di uomini e alle morti in mare. Ci permette di accogliere non solo i superstiti, ma di mettere in salvo delle vite, di andare loro incontro, di conoscere prima del loro arrivo i migranti, di preparare le comunità all’accoglienza. In questo senso a Trento si é costruita una alleanza virtuosa tra istituzioni laiche e religiose, tra Provincia e Diocesi, associazioni, volontari, comunità locali.
L’accoglienza così gestita può essere davvero non solo una fatica ma un incontro positivo e arricchente. Che può dare speranza. Badheea racconta la sua storia nel libro edito dalla casa editrice Il Margine -Badheea, dalla Siria in Italia con il corridoio umanitario- e riguardo al suo arrivo a Trento scrive: “Quando arrivammo a Trento c’erano le persone in strada ad aspettarci per fare festa. Erano quattro anni che non vedevo un letto e quattro anni che non vedevo un bagno. E finalmente potevo addormentarmi senza avere paura. Qualcuno era stato con me, qualcuno mi stava aspettando, qualcuno mi aveva preparato un posto. Ecco cosa é la Speranza: sapere che qualcuno é con te, ti aspetta e ti prepara un posto.”
L’incontro é stato introdotto dall’on. Michele Nicoletti, presidente della delegazione italiana e capogruppo dei socialisti, che ha sottolineato come sia oggi un dovere percorrere e sostenere strade nuove, che mettano al centro la dignità delle persone. “Prima che profughi sono persone e l’Europa ha il dovere di ascoltarne il loro grido.”
L’onorevole Gabriella Battaini Dragoni, vicepresidente del Consiglio d’Europa, ha riconosciuto all’esperienza dei Corridoi una grande valenza sotto il profilo umanitario e ha richiamato alla necessità di conoscere e diffondere questa esperienza, modello virtuoso basato sull’attivazione e l’accoglienza da parte delle comunità locali.
Ê intervenuto Aeham Ahmad, rifugiato siriano in Germania e noto alle cronache come il “pianista di Yarmuk” che ha raccontato la sua storia.
L’onorevole Milena Santerini, relatrice generale sulla lotta contro razzismo e intolleranza, ha auspicato l’adozione di questo modello da pare di altre realtà europee. Il professore Paolo Morozzo della Rocca, docente di diritto ad Urbino, ha illustrato il progetto dei Corridoi Umanitari mettendo in luce gli aspetti giuridici dello strumento.