Sessantacinque milioni di persone in fuga nel mondo. Tre Paesi che producono metà dei rifugiati sul pianeta: Siria (4,9 milioni), Afghanistan (2,7 milioni), Somalia (1,1 milioni). La Turchia nazione leader nell’accoglienza, con 2,5 milioni di rifugiati ospitati. Numeri che tracciano il quadro mondiale e europeo delle migrazioni: un fenomeno che interessa anche il Trentino.
S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 17 giugno 2017
Sono 1.604 le persone a oggi ospitate — su una quota prevista dal piano nazionale di 1.781, per quest’anno — in 58 Comuni. In 26 nuovi municipi il Cinformi ha in corso trattative per affittare immobili, mentre 93 territori restano fuori dal sistema.
Mondo
L’ultimo rapporto annuale (il prossimo è atteso il 20 giugno, giornata mondiale del rifugiato) dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, riporta circa 65,3 milioni di persone costrette alla fuga nel 2015, rispetto ai 59,5 milioni di un anno prima. Su una popolazione di 7,349 miliardi di persone, significa che 1 persona su 113 è oggi un richiedente asilo, sfollato interno o rifugiato, un livello senza precedenti secondo l’agenzia. Ma quali sono le cause? In molte regioni del mondo le migrazioni forzate sono in aumento dalla metà degli anni Novanta, per la recrudescenza delle crisi regionali e una maggiore frequenza con cui si verificano nuove situazioni drammatiche.
Europa e Italia
Sono state per la precisione 710.400 le persone che hanno ricevuto una forma di protezione internazionale nel 2016 nei 28 paesi dell’Unione Europea. Rispetto al 2015, il numero è più che raddoppiato. In Italia, sul totale delle 35.450 persone (585 ogni milione di abitanti) alle quali è stata riconosciuta la protezione internazionale, 4.805 hanno ottenuto lo status di rifugiato, 12.120 la protezione sussidiaria, 18.530 quella umanitaria. Nell’Unione, il «tasso di riconoscimento» della protezione è stato pari al 61%. In Italia, è del 39%. Sono le comunità nigeriana, pakistana e afghana le più rappresentate tra coloro che hanno ottenuto lo status. Il fenomeno drammatico degli arrivi via mare conta nel 2016 362.753 persone sbarcate o soccorse. Dall’inizio anno sono 1.854 gli individui deceduti o scomparsi. Nel 2017, solo in Italia, gli arrivi sono stati 65.366.
Trentino
La provincia di Trento si fa carico in autonomia gestionale di accogliere una quota di richiedenti asilo rapportata al numero di residenti (0,9% del totale italiano), così come avviene per le altre regioni. L’ultimo bollettino del Cinformi, l’ufficio provinciale per l’immigrazione, aggiornato a giovedì scorso, indica 1.604 persone ospitate. Sono accolti in 58 Comuni, «dei quali 37 hanno raggiunto o superato la quota spettante». Trento, attraverso la residenza Fersina e altre strutture, ne accoglie 669, rispetto a una quota di 388. Rovereto fa ancora meglio con 393 su 130. Bene, in questa pagella dell’accoglienza, anche Lavarone (23 su 4), Contà (19 su 5), Baselga di Pinè (31 su 17), Novaledo (12 su 4), Bedollo (10 su 5) e c’è il caso di Garniga (55 ospiti su 1) che ha sul proprio territorio le ex caserme delle Viote trasformate in alloggi. Non figurano particolarmente bene Riva del Garda (3 su 56), Pergine Valsugana (33 su 70), Predazzo (5 su 15). Il Cinformi ha in corso trattative per reperire immobili in 26 nuovi territori comunali. Sono interessati, tra gli altri, Cles, Civezzano, Riva, Pergine.
Restano le «pecore nere» dell’ospitalità trentina. Sono 93, certifica il Cinformi, «i territori comunali dove non ci sono né migranti accolti, né proposte di locazione». Sono in prevalenza Comuni piccoli, situati nelle valli. Con qualche eccezione: Folgaria (3.191 abitanti), che però collabora con Lavarone e Luserna, oppure Brentonico (4.000 residenti), nel quale qualcosa sembra muoversi sul fronte locazioni.
Intanto il dibattito sullo ius soli per la concessione della cittadinanza apre varchi di speranza anche in Trentino: sono 3.300 (su 10.900 under 12) che avrebbero i requisiti per diventare subito italiani.