L'Autonomia alla frontiera

 La forza della nostra Autonomia si sostanzia anche nella libertà di pensiero e nella ricchezza del confronto. Con questa convinzione credo si possano legittimamente non condividere le affermazioni di un docente universitario, sottolineando però che non si può mettere minimamente in discussione il valore della diversità di opinione e il diritto legittimo di esprimere liberamente idee e ragionamenti.
Franco Ianeselli, "Trentino", 17 giugno 2017

 

E in ogni caso l'Autonomia si difende ogni giorno creando un contesto favorevole al pensiero libero.
Pur capendo l’amarezza anche del presidente Rossi per le spinte centralizzatrici di cui abbiamo avuto recente esperienza in Parlamento, ritengo comunque che la strada migliore sia reagire con le argomentazioni e non con le scomuniche. Per questo penso che quella del governatore sulla “fonte” dello stipendio del professor Nevola sia stata una infelice battuta. Se così non fosse ci troveremmo davanti ad un enorme problema. Anch’io non mi ritrovo in toto nell’impostazione del professor Nevola che lascia troppo ai margini, dal mio punto di vista, il percorso storico su cui l’Autonomia del Trentino affonda le proprie radici, cioè quell’esperienza di autogoverno che il nostro territorio ricercò durante l’impero austroungarico e che si è affermata nel secondo dopoguerra.

È chiaro comunque che “la giustificazione” della nostra specialità – soprattutto in una situazione straordinaria come l’attuale - non può limitarsi alla nostra buona amministrazione, ma trova valore nella capacità di sperimentazione che del resto ha caratterizzato la storia recente della nostra comunità. Penso a quanto è stato fatto e si sta continuando a fare sul terreno dell’innovazione sociale e delle politiche di welfare. Aspetti che hanno migliorato la vita della nostra comunità e all’esterno ottengono autorevoli attestati di stima. In questi tempi eccezionali dobbiamo tutti porci il problema di come costruire un’Autonomia “alla frontiera”, fondata sulla capacità di innovare e sperimentare.

Altrimenti condanniamo il nostro sistema ad avere il fiato corto, compromettendone la sopravvivenza. Al di là delle polemiche, credo dunque che il dibattito sollevato in questi giorni possa avere il merito di riportare di attualità il Centro studi sull’Autonomia, che doveva nascere dalla collaborazione tra Provincia e Università. Un’idea che mi vide tra i pochi favorevoli. Centro che sicuramente nessuno potrà mai intendere come luogo per l’elaborazione dei cedolini paga dei professori più sensibili ai desiderata della politica, ma che potrebbe essere un laboratorio permanente di riflessione sull’autogoverno in cui dare voce al confronto libero tra intellettuali, politici, istituzioni, parti sociali ed elaborare strategie e idee nuove per dare futuro alla nostra Autonomia.