Tangenziale ovest e modifiche interne alla viabilità cittadina sono due temi sui quali interviene il consigliere provinciale del Pd Alessio Manica. Nel primo caso Manica plaude al fatto che «la tangenziale ovest, bocciata dai dati sia del Pum del 2013 che dello studio di quest’inverno fatto da Provincia e Comune di Rovereto, resta nelle ipotesi più lontane semplicemente perché risolverebbe meno di altri interventi i problemi dei roveretani e lagarini, a fronte di costi finanziari ed ambientali elevati."Trentino", 19 giugno 2017
Per questo risultato va un plauso in primis all’assessore Gilmozzi e alla giunta provinciale che dimostrano di voler percorrere le strade forse meno immediate e popolari ma sicuramente più attente al futuro». Manica evidenzia gli interventi finanziati dalla Provincia sulla mobilità di Rovereto, «ma meglio sarebbe dire della Vallagarina, visto il ruolo della città nella valle, i movimenti quotidiani dei lagarini verso la città e le stesse opere previste. La sistemazione di piazzale Orsi, che sarà anche l’occasione per connettere la città con la zona di Trentino Sviluppo e di Meccatronica, la stazione dei treni di Calliano e soprattutto l’assenza della tangenziale ovest indicano che in quel protocollo c’è una visione di mobilità di questo millennio. Partendo dai dati, dalla richiesta di mobilità delle persone, dall’obiettivo di ridurre le auto sulle strade e non semplicemente di spostarle una proposta di mobilità sostenibile elabora soluzioni ponderando costi e benefici, impatti ambientali, privilegia bici, pedoni e treni rispetto alle auto, cerca di ottimizzare le modalità che uniscono bici e treno, o bici e trasporto pubblico rispetto al semplice spostamento dei flussi veicolari.
La tangenziale dal punto di vista viabilistico è questo. Realizzando una nuova connessione tra centro città e via Zeni, portando lì la stazione degli autobus si permetterà a molte persone di lasciare a casa l’auto avendo finalmente a disposizione un opzione vera di mobilità sostenibile. Certo l’intervento su piazzale Orsi non basta, a questa zona bisogna arrivarci e qui torna il tema di una ciclabilità oggi ancora inadeguata, troppo spesso considerata secondaria dagli amministratori come risposta alle esigenze di mobilità».
Sulla questione, invece, delle modifiche interne alla viabilità cittadina, il consigliere provinciale del Pd ricorda «quella forte e dura che ebbe la giunta Miorandi sulla chiusura di via Tartarotti, e che sicuramente pagò nella tornata elettorale accusata di non capire la città, scelta velocemente modificata dall’attuale amministrazione, immagino anche come atto simbolico di discontinuità e di risposta alle richieste dei commercianti. Ora una protesta simile investe l’amministrazione Valduga. Un detto popolare ricorderebbe che lavorare per il comune equivale a lavorare per nessuno, ma non basta. Dimostra semplicemente che sulla mobilità una volta individuato il modello di arrivo è uno sforzo necessario il doversi confrontare con resistenze, legittime e comprensibili: se però si è certi dei benefici larghi per la collettività a regime le si possono affrontare». In conclusione Manica auspica un dibattito politico che chiarisca «quale mobilità si voglia privilegiare: non ci si può più permettere di risolvere solo gli ingorghi veicolari, bisogna considerare la mobilità ciclabile, quella pedonale e collettiva».
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