Sanità, Trento promossa a pieni voti. Oncologia e pediatria i punti di forza

I risultati sono rappresentati tramite uno schema a bersaglio, che offre un intuitivo quadro di sintesi, svelando così punti di forza e punti di debolezza del sistema sanitario. Dal verde al rosso. L’esito, nel complesso, è positivo: rispetto al 2015, l’Azienda sanitaria di Trento ha migliorato il 50% dei propri indicatori, peggiorando viceversa solo il 26% dei segmenti analizzati.
M. Damaggio, "Corriere del Trentino", 16 giugno 2017

 

A eccellere, in Trentino, sono in particolare: donazione di organi e tempi d’attesa per la chirurgia oncologica, pediatria e comunicazioni online (comprese le prenotazioni). All’estremo lembo, nella zona rossa, si trovano invece il costo sanitario per la degenza, il costo sanitario pro-capite e la copertura vaccinale. Simile è la situazione dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige: rispetto al 2015, la provincia di Bolzano migliora il 44% degli indicatori e peggiora sul 37% (il saldo resta positivo). Quanto alle eccellenze, qui spiccano i tempi di attesa per la chirurgia oncologica, con una media di 12,76 giorni appena; le donazioni di organi; l’appropriatezza prescrittiva diagnostica, la pediatria, il percorso oncologico e le cure palliative. Viceversa, sono ben al di sotto delle medie nazionali (nonché europee) le coperture vaccinali. Nella fascia rossa, così come a Trento, si posiziona anche il costo sanitario pro-capite.

L’indagine

I dati sono contenuti nel rapporto 2016 del «Network delle Regioni», uno studio che monitora attraverso più di 300 indicatori, dei quali 139 con una valutazione associata, le perfomance di 13 tra Regioni e Province: Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Marche, Province autonome di Bolzano e di Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia. La ricerca — la cui adesione è volontaria da parte delle istituzioni coinvolte — è sviluppata dal Laboratorio Management e Sanità (MeS) del Sant’Anna di Pisa. «Il Network — spiega Federico Vola, ricercatore del Sant’Anna — non è una classifica, nasce con l’intenzione d’integrarsi all’interno dei sistemi di programmazione analizzati». Un documento utile per verificare luci e ombre, quindi intervenire per colmare le carenze. La risposta, da un anno all’altro, si vede. Riguardo all’ospedalizzazione di pazienti affetti da malattie croniche, i trend dei tassi di ricovero (ad esempio per diabete) mostrano come in diverse Regioni si stia lavorando sulla gestione sul territorio, migliorando la performance nel tempo.

I dati di Trento

Il bersaglio svela una valutazione ottima (verde) in due segmenti: donazione di organi e tempi d’attesa per chirurgia oncologica. Quest’ultimo aspetto, se qui mostra ottimi risultati, è al contrario elemento critico nel resto d’Italia. «In Trentino come in Alto Adige si tratta di una best practice», sottolinea Vola. La media per un intervento oncologico in Trentino è di 23,46 giorni e, nel caso specifico dell’attesa media prima del ricovero per interventi chirurgici per tumore al polmone, si scende a 16,65 giorni.

Sono al confine tra una valutazione ottima e una valutazione buona gli indicatori relativi alla pediatria nonché la voce comunicazione e prenotazione online. La fascia della valutazione buona comprende poi il segmento delle cure palliative. Per capirci, la percentuale di pazienti oncologici deceduti e in carico alla rete cure palliative è pari al 63,76 %. Buono anche il governo della spesa farmaceutica e dei dispositivi (la spesa farmaceutica territoriale pro-capite è di 160,67 euro). Tra buona e nella media: l’assistenza domiciliare e residenziale. Un dato su tutti: la percentuale di anziani in cure domiciliari è pari al 12,51%. Superati tutti i motivi d’orgoglio, si arriva alla zona rossa, più problematica. La copertura vaccinale è considerata critica. Solo per fare un esempio: il vaccino Mpr di immunizzazione contro morbillo, parotite e rosolia ha una copertura pari all’87,43%. Oltre ai vaccini si impone il problema dei costi della degenza (la stima media è di 6.439,94 euro, calcolo basato sui bilanci consolidati relativi al 2015) e della spesa sanitaria pro-capite (2.217,10 euro). Questi costi, però, potrebbero essere anche una scelta.

Ospedalizzazione

«Trento e Bolzano sono storicamente due realtà che, complice anche la conformazione geografica, si sono avvalse molto di una assistenza ospedaliera — spiega Vola — Abbiamo notato un’inversione nell’ultimo anno: cala l’ospedalizzazione, configurando così un cambio di paradigma dall’ospedale al territorio». Un modo per contenere i costi «ma soprattutto qualificare l’assistenza». Nel complesso, vaccini esclusi, Vola rimarca un concetto: «La direzione intrapresa è corretta e i risultati complessivi sono più che positivi».

I dati di Bolzano

Le due province condividono le punte d’eccellenza. Anche a Bolzano la donazione di organi è considerata particolarmente efficiente, ma a spiccare particolarmente sono i tempi medi per la chirurgia oncologica. La media generale è di 12,76 giorni appena e, sfogliando le singole statistiche, si nota segmenti in cui i tempi si accorciano ancora di più. L’attesa media prima del ricovero per interventi chirurgici per tumore all’utero è di 9,27 giorni (nel vicino Veneto la media è di 24 giorni). Sono considerati buoni gli indicatori relativi alla pediatria; il percorso oncologico e le cure palliative (oltre l’86,35% dei pazienti viene assistito in hospice entro tre giorni). Buone anche le comunicazioni online e l’appropriatezza prescrittiva. Allontanandosi dagli anelli virtuosi, così come a Trento, la spesa è considerata critica: il costo sanitario pro-capite è di 2.245,50 euro. Ma ancora più aspra è la situazione sulla copertura vaccinale che pone l’Alto Adige in fondo alle medie italiane. La copertura vaccinale di morbillo, parotite e rosolia si attesta al 67,43% appena.