Politica ed Università tentano di fare la pace sull’erta strada dell’autonomia. Intervengono l’assessora Sara Ferrari ed il professor Roberto Toniatti, sullo scontro in punta di sciabola tra Gaspare Nevola, docente dell’ Università di Trento ed Ugo Rossi, presidente della Provincia. Ferrari e Toniatti concordano: «La vicenda ha assunto proporzioni esagerate».F. Quattromani, "Corriere del Trentino", 15 giugno 2017
Autonomia, nodo del contendere. Nevola la definì prerogativa che doveva «cercare nuove ragioni per essere perpetrata, aldilà della buona amministrazione». Rossi piccato rispose: «La stessa università in cui insegna il professor Nevola si deve all'Autonomia, senza la quale l'Università a Trento non ci sarebbe stata. E neanche Sociologia in Italia. Il suo stipendio viene da una scelta che ha fatto l'Autonomia». Si scatenò la tempesta, con il mondo accademico a difendere non una prerogativa, quella dalla quale era nato il confronto, ma un concetto: l’autonomia dalla politica. Oggi interviene il professor Roberto Toniatti, che tara gli interventi. La questione ha assunto proporzioni esagerate, spiega. «E’ un bene che questo dibattito ci sia stato ». Il confronto sulle idee nutre il pensiero, stimola le coscienze. «Ci sono percezioni diverse sull’autonomia - precisa il professore - Un confronto è utile se serve ad arricchire il dibattito» e ad accrescere la capacità di comprensione da parte del pubblico».
Di polemiche infondate parla invece l’assessora Sara Ferrari. Annuncia che l’occasione per comprendere quanto la politica e l’università siano “strumenti” che operano nella stessa direzione sarà mercoledì prossimo, all’assemblea di ateneo. «Sarà l’occasione per mettere fine ad una polemica che non è costruttiva. Ci si incontrerà e ci si riconoscerà. Si riconoscerà l’utilità reciproca - sottolinea Ferrari -. Università ed autonomia si valorizzano a vicenda». Da quì parte l’analisi del rapporto tra istituzioni, tra politica e mondo dell’università. «In questi anni con l’università si sono condivisi indirizzi di crescita reciproca. Penso a come sviluppare ricerca ed innovazione». L’università opera in un contesto ben definito, ma non si lega al territorio in modo esclusivo. Così Ferrari mentre sottolinea con forza l’alto ruolo dell’accademia. Un ruolo che si costruisce grazie a relazini con l’interno e con l’esterno. «L’Università non ha confini - dice - ma trae forza e valore dal contesto in cui è inserita». Un rapporto che negli anni è cresciuto, grazie a piani condivisi. «Quando ci presentiamo all’estero come sistema provinciale e abbiamo a fianco l’Università, abbiamo un grande valore aggiunto. La delega è stimolante e responsabilizza. Il Trentino è un luogo di attrazione, grazie anche agli investimenti pubblici. Lo sforzo è dialogare con i centri di ricerca, come il C3A, di prossima apertura a San Michele all’ Adige».
L’assessore esprime così la stima che la Provincia ha nei confronti dell’ Università e della sua autonomia, con parole meno pungenti del presidente Rossi che, nell’editoriale di ieri, si scagliava contro il professore che sentenziava sull’esaurimento delle ragioni dell’autonomia. Nello stesso spazio, il professor Nevola parlava invece di un autogol da parte di Rossi, sul piano dei principi di libertà dell’ Università e degli intellettuali. Disamine accese, dall’una e dall’altra parte. Attacco all’autonomia della cultura, «soloni dell’ateneo». Le posizioni sono bel lungi dall’essere sulla via di una riconciliazione. L’assessora Ferrai però va oltre, tentando di ritrovare un punto fermo. Università ed istituzioni vanno a braccetto. Un percorso di crescita possibile proprio grazie all’autonomia. Un’autonomia dinamica grazie anche alle deleghe che vede crescere un territorio nel suo complesso. Ma l’accademia mal tollera parole forti, benchè ami la via del confronto e del dibattito.
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