«Il Memoriale può essere una bella sfida per la comunità trentina, ma a patto di fare i giusti passi. Il luogo deve essere uno, non ci possiamo permettere che alcuni trentini ricordino i loro morti da una parte e altri da un’altra. Significherebbe tornare indietro, non andare avanti». Il capogruppo del Pd è perentorio: «Se la mediazione raggiunta salta, si rivede tutto».
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 15 giugno 2017
In occasione del centenario della fine della Grande Guerra, il Trentino potrebbe avere il suo Memoriale e la sua Giornata, ma la strada per arrivarci è stretta e i democratici fanno capire di essere pronti a sostenere la legge istitutiva solo se le condizioni che hanno indicato a Ugo Rossi saranno rispettate. «Al presidente abbiamo chiesto che l’iniziativa fosse della giunta, in quanto espressione della maggioranza, e non di una parte (Il Patt, ndr)». Ai dem non era sfuggita la presenza di Rossi alla presentazione del disegno di legge di Lorenzo Baratter. Così è stato: il testo è stato modificato con la collaborazione del Museo storico e del Museo della Guerra. C’era poi un’altra condizione: il luogo sia Castel Dante, in modo da evitare divisioni nella memoria «che ricorderebbero le croci piantate dagli Schützen». Il tutto nell’anno dell’adunata degli Alpini. Per il Pd, il rischio di inutili tensioni non va sottovalutato.
Intanto, mentre il ddl sul Memoriale pare viaggiare piuttosto spedito, la riforma della cultura scivola ancora. Non sarà trattata prima dell’autunno: settembre, o forse anche ottobre. Ad oggi, la prospettiva più probabile è inoltre che la parte più impegnativa, ossia il riordino della governance dei musei, venga stralciata. «Se questo ulteriore rinvio può aiutare a smussare gli angoli con Pt (che ha annunciato ostruzionismo, ndr ) meglio così — commenta Manica — Approvarla senza i musei significherebbe impoverirla».