I numeri della manovra di assestamento sono ancora gelosamente custoditi, ma nei corridoi di Piazza Dante si parla di «manovra espansiva». Alessandro Olivi mette le mani avanti e chiede di «fare scelte che sostengano le imprese e la sicurezza sociale».
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 8 giugno 2017
Assessore, il prossimo assestamento rappresenterà un po’ la premessa dell’ultima manovra della legislatura. Lei come la imposterebbe?
«Nei peggiori anni della crisi ci siamo preoccupati di salvare quante più imprese possibile. Ci siamo quindi attivati per rendere questo territorio molto attrattivo per chi investe e, oggi, pur in un contesto ancora difficile, possiamo occuparci anche di chi è in grado di crescere. Ecco, io credo che sostenere gli investimenti di chi è in fase di potenziamento, dalla meccatronica all’agroalimentare passando dall’energia, sia in questa fase molto importante».
Attraverso quali canali?
«Trentino Sviluppo è diventata un’agenzia di accelerazione efficiente. A breve forniremo il bilancio sociale, che mostrerà quali e quante sono state le ricadute della sua attività. Credo si debba mettere nuova benzina nel suo motore, ma il ragionamento vale per i diversi canali di sostegno alle imprese che offrono prospettive di sviluppo e lavoro».
Altre priorità?
«I fondi europei. Sono risorse che possono essere messe rapidamente in circolo per spingere l’economia. Gli asset di investimento sono diversi: ricerca e sviluppo, seed money, servizi innovativi alle imprese, passaggio dall’idea alla produzione. C’è spazio per molti settori, anche per il turismo che vuole innovare. Si tratta di imbastire con celerità i bandi e magari evitare che questi fondi si disperdano in una pioggia magari di grande estensione, ma poca efficacia».
Il suo assessorato si occupa anche di welfare. È sufficiente quanto fatto, o serve altro?
«Se sullo sviluppo dobbiamo essere aggressivi, non possiamo non rafforzare la protezione sociale. Stiamo lavorando all’assegno unico al nucleo familiare, in modo da entrare quanto prima a regime, ma penso sia anche opportuno adeguare il sostegno alle famiglie con figli andando oltre la logica della scorsa finanziaria. Abbiamo agito sulle detrazioni. Parliamo di circa 20 milioni di euro che andrebbero distribuiti più equamente attraverso i parametri Icef».
Un capitolo che assorbe molte risorse ma dà anche risposta a molte persone riguarda i lavori socialmente utili.
«È un capitolo importante del sistema Trentino, che punta sulla crescita economica senza dimenticare chi attraversa una fase di fragilità. Abbiamo già riformato gli strumenti e dovremo continuare a farlo, ma tanto il Progettone quanto Azione 19 devono essere consolidati e, se possibile, allargati. Oggi il mercato del lavoro non è solo chiuso nei confronti di chi vi si affaccia per la prima volta, ma anche severo verso chi si trova a casa dopo aver superato una certa età. La forza della comunità trentina sta in un mix di dinamismo e solidarietà».