Consiglio d'Europa a Praga, iniziative anti corruzione e legge elettorale

Lunedì e martedì si sono svolte a Praga le riunioni del Bureau e della Commissione Permanente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Si è trattato di un significativo momento di confronto, anche alla luce dello scenario internazionale, delle importanti e cogenti sfide (migrazioni, terrorismo) che dobbiamo affrontare e degli avvenimenti che hanno interessato il Consiglio d'Europa in questo ultimo periodo.
Michele Nicoletti, 1 giugno 2017

 

All'interno del Bureau abbiamo discusso delle misure attraverso le quali implementare le decisioni assunte a fine aprile in tema di prevenzione e lotta alla corruzione.

In particolare, abbiamo nominato i tre componenti dell'organismo indipendente esterno (che dovranno essere ratificati dall'Assemblea), che abbiamo istituito il mese scorso per indagare sul rispetto dei principi etici da parte dei parlamentari e per promuovere strumenti di rafforzamento e miglioramento nella lotta alla corruzione (qui trovate il comunicato stampa).

Ci siamo poi confrontati sul tema del terrorismo e sugli strumenti da adottare a livello internazionale, anche alla luce dei recenti e drammatici attentati a Manchester e in Egitto.
Per affrontare efficacemente la minaccia terroristica, dobbiamo promuovere migliori politiche di integrazione e veicolare un chiaro messaggio di unità e solidarietà tra Paesi, mettendo da parte interessi e rivendicazioni nazionali e rafforzando l'azione nei fori multilaterali.

Abbiamo inoltre discusso di diritti sociali, riaffermando l'indivisibilità dei diritti umani (civili, politici e sociali) e rilanciando il nostro impegno a favore di una più diffusa e rilevante protezione sociale anche a livello europeo.
Non è possibile affrontare efficacemente le sfide del terrorismo e delle migrazioni senza rafforzare questa dimensione (qui trovate il comunicato stampa).

Abbiamo infine adottato all'unanimità una risoluzione (la trovate qui) relativa alle attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa per i prossimi 2 anni, ribadendo la volontà di affrontare più efficacemente il tema delle disuguaglianze, di rafforzare la diplomazia parlamentare e il dialogo, di migliorare l'implementazione dei migliori standard internazionali e di promuovere una più puntuale applicazione delle sentenze della CEDU.

SULLA CORRUZIONE

Oggi si è svolto alla Camera un convegno dal titolo "L'educazione anticorruzione in Italia", organizzato da Transparency International Italia, nel corso del quale è stato presentato, tra le altre cose, il rapporto dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa "Youth against corruption".

E' stato un momento di confronto e discussione molto importante e significativo, dal quale sono emerse la rilevanza sociale del problema e la cogente necessità di intervenire a livello preventivo a partire dalle nuove generazioni e con il coinvolgimento permanente e strutturato delle scuole.

Nel mio intervento ho sottolineato come il tema della corruzione stia molto a cuore al Consiglio d'Europa, che nel corso nel tempo ha istituito organismi specifici, tra cui il GRECO, che svolgono attività di monitoraggio nei diversi Paesi sulle politiche di contrasto e sul lavoro delle autorità preposte.

La corruzione è un tema che va affrontato con forza e in via prioritaria, in quanto rappresenta una minaccia all'etica pubblica e alle fondamenta del nostro vivere democratico.

Da questo punto di vista, l'attività internazionale, il confronto e la prospettiva comparata sono molto importanti, anche perché vi è uno stretto rapporto tra il fenomeno della corruzione e i contesti storici e culturali dei diversi Stati, che in base alle rispettive peculiarità richiedono interventi e politiche diverse.

Ho infine sottolineato la necessità di promuovere attività di carattere educativo. E' infatti a partire dalla scuole e dal coinvolgimento dei giovani che si deve affrontare il problema corruttivo, sia per veicolarne la pervasività e gli effetti negativi prodotti a livello economico, sociale e politico, sia per rafforzare la lotta non solo contro gli altri, ma anche contro la parte opaca di noi stessi.

 

SULLA LEGGE ELETTORALE

 

Dopo una articolata e lunga discussione e l'accordo raggiunto tra le principali forze politiche del Paese, ieri è stato depositato in Commissione Affari costituzionali della Camera un maxiemendamento al testo base sulla legge elettorale che definisce il nuovo sistema per l'elezione della Camera e del Senato.

Si tratta di un sistema elettorale proporzionale su base nazionale per quanto riguarda la distribuzione dei seggi, caratterizzato dalla presenza di collegi uninominali e da liste circoscrizionali brevi per l'assegnazione di tali seggi e connotato da una soglia di sbarramento del 5% (qui trovate i dettagli).

Insomma, al di là della soglia di sbarramento che ha il pregio di favorire una semplificazione del quadro partitico, è un sistema proporzionale che riprende l'impostazione tedesca, sebbene con notevoli differenze (sia in termini di modalità di espressione del voto che di assegnazione dei seggi). Un sistema, inoltre, che contribuisce a rendere più riconoscibili i candidati (che saranno tutti presenti sulla scheda elettorale).

Su questo tema, sono intervenuto ieri nel corso dell'Assemblea del gruppo PD, organizzata per favorire il confronto sui contenuti della proposta e sulla sua valenza politica.

Nel mio intervento ho ricordato come da più di 30 anni, come centrosinistra, siamo impegnati nella definizione e configurazione di una democrazia maggioritaria, nella quale la dinamica politica sia caratterizzata dal rapporto maggioranza/opposizione e non Governo/Parlamento e dove i cittadini possano esprimersi non solo sulla composizione delle due Camere, ma anche sull'esecutivo e sulla sua linea politica.

E' vero che il referendum del 4 dicembre ha rappresentato una battuta d'arresto e che l'attuale Parlamento non è predisposto alla approvazione di una legge elettorale che vada in questa direzione, ma come PD non possiamo limitarci a denunciare questa situazione e ad approvare una legge proporzionale solo prendendo atto dell'impossibilità di evolvere verso un diverso sistema.

Dobbiamo perlomeno collocare questa decisione all'interno di una visione complessiva e più ampia, chiarendo se è questa la direzione che vogliamo intraprendere o se si tratta di una soluzione provvisoria.

Se questa è la direzione, dobbiamo allora affrontare la questione a livello complessivo, prendendo spunto ad esempio dalla Germania e proponendo riforme e misure complementari alla legge elettorale che razionalizzino la nostra democrazia parlamentare (riforma dei regolamenti parlamentari, ridefinizione dei poteri del Premier, introduzione della sfiducia costruttiva). Solo così l'adozione di questa legge elettorale può essere anche un primo passo verso il miglioramento e rafforzamento delle nostre istituzioni e della nostra forma di governo.