Mercoledì ho partecipato ad un seminario sulle riforme istituzionali che abbiamo organizzato con alcuni colleghi del gruppo PD per discutere della situazione che si è venuta a creare dopo la bocciatura da parte dei cittadini del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso.
Michele Nicoletti, 12 maggio 2017
Si è trattato di un importante momento di riflessione, durante il quale abbiamo analizzato, insieme al Prof. Lupo (ordinario di diritto delle assemblee elettive alla LUISS), lo stato delle nostre istituzioni, il bicameralismo indifferenziato, la legge elettorale, le norme regolamentari e il rapporto tra Stato ed autonomie locali.
L'idea è quella di creare un gruppo di lavoro il più possibile trasversale che possa proporre delle modifiche puntuali e condivise, necessarie a rinnovare il nostro assetto istituzionale, sia in virtù delle radicali trasformazioni avvenute in questi ultimi decenni, sia alla luce del nuovo sistema sovranazionale.
Le attuali forme di stato e di governo, infatti, sono riferite a logiche di funzionamento e ad assetti passati e ormai superati.
Dalla discussione è emerso come il quadro istituzionale sia piuttosto problematico, basti pensare alla mancata attuazione di molte norme costituzionali, alla necessità di riformare i regolamenti parlamentari (le cui disposizioni non tengono conto dei cambiamenti in senso maggioritario e a livello internazionale avvenuti dopo il 1993), ai procedimenti legislativi o all'inadeguato coinvolgimento delle autonomie locali nella fase ascendente del diritto interno ed europeo.
Insomma, l'assetto politico istituzionale vigente è molto diverso rispetto a quello disciplinato dalle norme. Inoltre, le disomogeneità tra Camera e Senato, in questi ultimi anni, si sono accentuate, sebbene il bicameralismo indifferenziato sia rimasto invariato.
Nel mio intervento ho sottolineato come sia fondamentale favorire una riflessione su questi punti. L'adeguamento e la riforma delle disposizioni costituzionali, delle relative norme di attuazione e dei regolamenti parlamentari sono infatti il presupposto per poter esercitare un'azione politico istituzionale efficace e rispondente alle necessità dei cittadini.
I meccanismi decisionali, gli strumenti a disposizione del Parlamento e del Governo e le procedure possono condizionare significativamente l'azione politica, incentivando o disincentivando determinati comportamenti. Per questo è necessario che siano coerenti con l'attuale assetto e con le nuove dinamiche.
SUL TRAFFICO D'ORGANI
La Camera ha approvato con un'ampia maggioranza la proposta di legge che autorizza la ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico d'organi e detta disposizioni di adeguamento dell'ordinamento interno, inserendo nel codice penale nuovi delitti e innalzando le pene già previste per il commercio di organi prelevati da cadaveri.
In particolare, il provvedimento, di cui sono stato relatore, introduce nuovi delitti contro la personalità individuale: prelievo illecito di organi o tessuti da vivente (in caso di violazione della disciplina sul trapianto di organi e tessuti prelevati da vivente); commercio di organi, organizzazione di viaggi e pubblicità; uso di organi prelevati illecitamente da persona vivente (la disciplina punisce quindi anche chi utilizza o beneficia degli organi); pene per il medico che corrispondono anche con l'interdizione perpetua dall'esercizio della professione. E' inoltre previsto che, in queste fattispecie, il delitto di associazione a delinquere sia aggravato.
E' molto importante aver riportato nel nostro Parlamento quanto già approvato e firmato negli organi del Consiglio d'Europa, in quanto il traffico illegale di organi umani rappresenta un fenomeno che per sua natura non può essere
affrontato singolarmente dagli Stati.
Si tratta di pratiche che purtroppo sono sempre più frequenti, anche a causa della disperazione e delle situazioni di disagio in cui si trovano molte persone. Per questo è importante condannare con forza questo fenomeno, mettendo al centro il primato della persona e il valore dell'integrità della vita umana.
La ratifica di questa Convenzione è un primo passo che deve essere seguito da altre politiche, non solo in ambito penale, ma anche sanitario, sociale ed educativo.
Qui trovate il video del mio intervento in aula.
Qui trovate l'iter di approvazione.
Qui trovate un interessante dossier che ne delinea i principali contenuti.