Il Gruppo provinciale del Partito Democratico del Trentino esprime profondo rammarico e delusione per l’epilogo della discussione in Consiglio provinciale sul ddl per la doppia preferenza di genere.
Alessio Manica, 11 maggio 2017
Un epilogo che la maggioranza di governo compatta, ed il Gruppo del Partito Democratico del Trentino in particolare vista la maternità/paternità della proposta, hanno cercato di evitare in tutti i modi, tanto dentro quanto fuori dall’Aula del Consiglio provinciale.
L’ultima discussione in Aula ha mostrato ancora una volta la totale indisponibilità di una parte delle minoranze a collaborare ad un avanzamento democratico e ad un ampliamento dei diritti della comunità trentina, ed in particolare delle donne. Ha prevalso ancora una volta un comportamento ostruzionistico ed egoista. Lo dimostrano le firme sull’emendamento che avrebbe consentito di uscire dal lungo stallo: presenti quelle della maggioranza, assenti quelle della minoranza.
Seppure questa partita si sia chiusa nel modo indesiderato, non termina l’impegno del Partito Democratico del Trentino per dare maggiore rappresentanza alla componente femminile della nostra comunità all’interno delle Istituzioni. I numeri, più volte citati, descrivono in maniera plastica e drammatica la sotto rappresentanza delle donne nell’istituzioni trentine: le donne in Consiglio provinciale sono 6 (4 del Partito Democratico del Trentino) su 35 e dal 1948 ad oggi sono state appena 26 su 535.
Bastano questi due numeri per capire come il Trentino avesse bisogno che la proposta per la doppia preferenza di genere diventasse legge, per non dover ancora rinunciare all’imprescindibile contributo delle donne trentine.
Continueremo quindi, come fatto finora, e anzi con maggior convinzione, contro l’egoismo di certa politica e contro la triste rappresentazione del Trentino che in questi anni certe minoranze hanno voluto dare in materia di diritti civili e sociali. Crediamo in un Trentino inclusivo e nell’Autonomia come strumento per garantire a tutti, senza distinzione alcuna, pari diritti, pari dignità e pari rappresentanza. Ripartiamo da qui.
Alessio Manica
Consigliere Provincia Autonoma di Trento