La diversità è un bene. Che si tratti di età, classi sociali, provenienze geografiche, il melting pot aiuta a sentirsi vivi. Ne è convinta Maria Chiara Zorzi, presidente della circoscrizione San Giuseppe Santa Chiara di Trento in cui ad agosto partirà una sperimentazione basata proprio sull’incontro tra classi diverse.
S. Pagliuca, "Corriere del Trentino", 11 maggio 2017
Classi d’età, in questo caso. Ovvero, over 65 e under 30. I primi, anziani, spesso con reddito basso e casa di proprietà in cui vivono da soli, i secondi, giovani arrivati a Trento da altre città d’Italia (e del mondo) per studiare, che ora si ritrovano alla ricerca di alloggi a prezzi calmierati. Due esigenze che si incontrano grazie al progetto nato all’interno del corso di laurea magistrale in Metodologia, organizzazione e valutazione dei servizi sociali del dipartimento di Sociologia. «I ragazzi sono venuti a parlarmi qualche mese fa, sottoponendomi l’iniziativa, e ne sono stata subito entusiasta. Una pratica dal basso che farà bene a un quartiere come il nostro, a due passi dal centro città, contribuendo a renderlo più vivo e più aperto» commenta Zorzi.
E aggiunge: «Mi auguro siano numerosi gli anziani capaci di comprendere il valore di questo progetto: potranno cogliere l’opportunità di avere un aiuto economico, visto che i ragazzi contribuiscono pagando un affitto, e al tempo stesso avere compagnia». Non solo: il quartiere, in cui si conta la percentuale più alta di persone anziane di tutta la città (gli ultraottantenni sono quasi il doppio che nelle altre parti di Trento, con famiglie monopersonali che raggiungono il 50%) potrebbe trarre un ulteriore beneficio dall’iniziativa.
«L’aumento dei giovani nella nostra circoscrizione potrebbe favorire l’integrazione anche a livello razziale. Il tasso di immigrati qui è molto alto, nelle scuole elementari ci sono classi in cui quasi tutti i bambini hanno almeno un genitore straniero — rileva la presidente, assicurando — i giovani aiuteranno il resto della popolazione a vivere in maniera positiva questi cambiamenti».
Così, le aspettative per agosto, quando la sperimentazione prenderà avvio, sono alte: inizialmente saranno coinvolte da tre a cinque persone, i parteciparti si sottoporranno a un colloquio conoscitivo separato al fine di scegliere i profili più affini, perfetti per dare avvio a un periodo di convivenza di prova. Se questo primo step avrà riscontri positivi da entrambe le parti, si stipulerà un «patto di coabitazione»: lo studente inizierà a vivere con l’anziano, condividerà con lui alcuni momenti della giornata e pagherà un affitto di circa 250 euro al mese, dunque decisamente competitivo rispetto ai 330 euro che occorrono per trovare una singola in un appartamento condiviso in città. E qualora non si volesse proseguire, il patto potrà essere sciolto in ogni momento.