Segretario appena nominato e sondaggi che, dopo un bel po’ di tempo, sembrano spingere di nuovo il Pd di Matteo Renzi. E con questo quadro ieri è tornato a riunirsi il partito anche a Trento, per una discussione lunga e approfondita. Calo dei votanti alle primarie compreso. Ieri l’agenda prevedeva un doppio appuntamento, ovvero il coordinamento alle 18, seguito dall’assemblea provinciale, alle 20.30.
"Trentino", 9 maggio 2017
Il tema sul tappeto, del resto, era in incubatrice da un bel po’ di tempo, ovvero il Pd territoriale, o meglio il “Pd confederato”. Su questo il segretario Italo Gilmozzi ha ribadito la necessità di «arrivare ad una proposta più definita». Per farlo è stato nominato un gruppo di lavoro, una “quadriga”, ovvero una carrozza trainata da quattro cavalli, equamente divisa tra maggioranza e minoranza: a bordo Lucia Maestri, Gigi Olivieri, Elisabetta Bozzarelli e Tommaso Iori. Il lavoro non mancherà ed i tempi non possono essere biblici, viste le scadenze elettorali del prossimo anno.
Un passo indietro. Partendo dal documento presentato mesi fa in assemblea (e poi modificato) sulla territorialità del partito. Il dibattito in corso vede, per semplificare, da una parte chi ritiene che il termine “territorialità” finisca per fare diventare i dem una sorta di Patt. Da un’altra prospettiva guarda chi invece ritiene che mettere maggiori radici sul territorio significhi avere una più spiccata capacità di interpretare le problematiche dell’Autonomia. In discussione non appare, e non e potrebbe essere altrimenti, il mantenimento del collegamento con Roma, cordone ombelicale indissolubile per un partito di respiro nazionale.
Il tema non è piccolo, perché rivela la capacità del Pd di stare sulla scena provinciale e di proporsi come elemento centrale della prossima alleanza per le elezioni provinciali del 2018. La situazione in seno al partito sul documento della territorialità era, è, un po’ ambigua: il senatore Giorgio Tonini, nel corso delle settimane di dibattito, avrebbe modificato la propria opinione vedendo aspetti positivi nella presenza di un partito più territoriale, avvicinandosi sul tema (sempre in un’ottica di schematizzazione) ad un federalista delle prima ora come l’ex onorevole Gigi Olivieri.
Meno entusiasti sul varo di un Pd territoriale appaiono (non è un segreto) i renziani più ortodossi, come Elisa Filippi, come l’onorevole Michele Nicoletti che vedono con una certa “diffidenza” questa prospettiva locale. E Il segretario del partito Italo Gilmozzi? Sino ad oggi ha mantenuto una certa equidistanza, confermata dalla nomina della quadriga a doppia trazione. L’esame delle primarie non poteva presumere dal calo delle presenze e dai circa 10 mila elettori persi per strada. «Capire il perché e cercare di andare a riprenderseli» è stato l’input.
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"Pd territoriale, nominato il gruppo di lavoro", T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 9 maggio 2017
Un partito democratico del Trentino con un certo grado di autonomia da Roma potrebbe davvero vedere la luce. Se n’è discusso ieri sera durante il coordinamento del partito che ha preceduto l’assemblea. Per la prima volta, si è andati oltre le dichiarazioni di massima e si è incaricato un gruppo di lavoro di stendere una proposta iniziale.
Il tema è virtualmente all’ordine del giorno del Pd del Trentino dalla sua nascita. In questi nove anni di vita, però, se n’è discusso molto senza arrivare a prendere una decisione. Su sollecitazione della minoranza che aveva sostenuto Elisabetta Bozzarelli al congresso, il segretario Italo Gilmozzi ha finalmente aperto a questa possibilità. Precisando che non può trattarsi di una fuga da Roma, Gilmozzi ha ufficialmente dato il via libera a un’idea cui la caduta del governo Renzi aveva restituito attualità: anche in vista delle provinciali del 2018, i dirigenti locali del partito sembrano condividere quasi tutti la necessità di un maggiore radicamento locale e di una certa autonomia dall’andamento delle «azioni» del partito nazionale.
Il gruppo di lavoro incaricato dal coordinamento è molto equilibrato: Elisabetta Bozzarelli e Tommaso Iori per la minoranza, Gigi Olivieri, Elisa Filippi e Lucia Maestri per la maggioranza, con quest’ultima nel ruolo di «cerniera». Sulla bozza che elaborerà il gruppo partirà la discussione.
In coordinamento si è discusso anche delle primarie. Pare senza troppi trionfalismi. Pesano, in particolare, il dimezzamento dei partecipanti rispetto alle primarie del 2013 e l’età media dei votanti. Preoccupa la dirigenza locale il fatto che le primarie non solo non hanno avuto in Trentino un esito migliore che altrove, ma in alcuni casi peggiore. Il dubbio è che pesi anche il rapporto con il governo provinciale.