Il Partito democratico del Trentino si prepara a fare i conti con se stesso. La vittoria della mozione Renzi alle primarie ha messo i dem di fronte a un bivio, che per taluni è anche un timore: proseguire con l’esperienza territoriale o trasformarsi in una filiale del partito nazionale? Il punto è nodale e lunedì, come spiega lo stesso segretario provinciale Italo Gilmozzi, sarà al centro della discussione.A. Rossi Tonon, "Corriere del Trentino", 7 maggio 2017
«L’incontro è stato fissato un paio di mesi fa e sarà l’occasione per discutere di questi temi» spiega l’assessore comunale. «Durante l’assemblea diremo tutto quello che c’è da dire — prosegue — Resta il fatto che quello del partito territoriale è un percorso che ha la sua validità, poi bisogna vedere cosa emergerà dal confronto». Non è la prima volta che l’inquadramento del partito provinciale finisce sul tavolo della discussione: l’assemblea pre-congressuale si era infatti espressa in maniera favorevole allo sviluppo di una forza autonoma, posizione poi confermata dal coordinamento. «Ne abbiamo parlato e ne riparleremo — aggiunge Gilmozzi — Sia in coordinamento prima dell’assemblea sia durante l’assemblea stessa».
I temi che il Pd si prepara ad affrontare sono però legati fra loro e a loro volta connessi alle scelte che l’amministrazione comunale assumerà per lo sviluppo della città.
Le dimissioni presentate venerdì da Elisabetta Bozzarelli e dagli undici segretari dei circoli cittadini non sono una sorpresa. Come ricorda lo stesso Gilmozzi, infatti, «sono state concordate»: respinte a febbraio, prima delle primarie, per consentire di procedere «con calma», vengono accolte adesso «al termine di un percorso fatto in armonia». Senza troppa ansia si può quindi giungere alla prima scadenza, il 29 maggio, data in cui scadono i termini per la presentazione delle candidature a coordinatore cittadino e contestuale serata di presentazione di quelle pervenute. A questo punto inizia il conteggio dei dodici giorni che condurranno alle elezioni: giovedì 8 e venerdì 9 giugno.
L’auspicio di molti iscritti al partito è che a quella data si arrivi magari con un solo nome. «Forte e autorevole» dicono. Una figura che sappia guidare il partito almeno da qui al 2020, accompagnando le «molte partite» che Gilmozzi ricorda essere ancora in ballo: «Oggi (ieri, ndr) c’è stata una maggioranza importante relativa alla piscina, poi ci sono da investire i 12 milioni e mezzo che arrivano dal bando per le periferie, il nuovo piano regolatore». Senza dimenticare che «prima dobbiamo pensare comunque alle elezioni provinciali».
Al momento però le dimissioni sembrano un salto nel buio: la discussione sul successore di Elisabetta Bozzarelli di certo non è accesa, ma nemmeno pare essere avviata. Un nome ha però già iniziato a circolare, seppure con grande prudenza e poca convinzione: Pierfrancesco Rensi. Giovane esponente del partito, Rensi ha sostenuto Gilmozzi nella sua candidatura alla segreteria provinciale. Una giovane leva proveniente dall’area maggioritaria all’interno del Pd potrebbe rappresentare il tentativo di quest’ultima di controllare la città, alternando quindi la sensibilità del coordinatore dopo il contributo di Bozzarelli. Ma al momento non si può dire che corrisponda alla figura «forte e autorevole» attesa da molti.
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