Michele Emiliano, governatore della Puglia, candidato segretario del Partito democratico alle primarie di domani, ha vissuto la sua sfida con grande libertà. Di pensiero e azione. Nell’appello finale non manca una stoccata alla classe dirigente del Pd trentino «prona a Renzi».
E. Ferro, "Corriere del Trentino", 29 aprile 2017
Governatore, i sondaggi paventano una partecipazione quasi dimezzata rispetto a quella del 2013, preoccupato?
«Nessuno sa che c’è il congresso purtroppo. Renzi ha deciso di celebrarlo in fretta e furia e spera vadano a votare solo i suoi, persone che tiene in pugno con i capilista bloccati, e si augura che questo sia sufficiente a proteggerlo dall’ira popolare che monta nei suoi confronti. Che è poi la ragione per cui mi sono candidato, per proporre una leadership nel Pd alternativa a Renzi, che ricostruisca un partito di sinistra, europeo e in grado di formare una coalizione di centrosinistra che possa vincere le elezioni. Renzi pensa solo a impadronirsi del Pd».
L’insoddisfazione popolare di cui parla, tuttavia, sembra non si manifesterà col voto, il cui esito appare abbastanza scontato.
«Pochissimi italiani sanno delle primarie e chi non guarda Sky, dove è andato in onda il confronto fra i candidati, non li ha mai sentiti parlare. A questo si aggiunga il weekend lungo. Il piano è chiaro, cercare di portare a casa la segreteria e andare a votare il più in fretta possibile, per evitare di dover affrontare una legge di bilancio che sarà lacrime e sangue. Stiamo tentando di rafforzare le mozioni alternative a Renzi anche per proteggere il governo e consentirgli di varare immediatamente la legge elettorale».
All’indomani del voto francese, che ha condannato i partiti tradizionali, Renzi plaudeva a Macron. Lei come la vede?
«È stato Hollande a distruggere il partito socialista, come Renzi ha fatto col Pd, stravolgendone l’asse politico a riferimento di petrolieri, banchieri e finanzieri e non invece della classe media e di chi avrebbe bisogno del partito per vedere tutelati i propri diritti. Gli italiani abbandonano il Pd, siamo ampiamente indietro nei sondaggi rispetto al Movimento 5 stelle, c’è stata persino una scissione. In Francia pensano al Paese, Renzi a se stesso e al suo sistema di potere, basato sulla commistione fra la forza delle lobby e l’esercizio dell’autorità di governo».
Pare quasi risultare un valore, oggi, non essere né di destra né di sinistra.
«Non credo sia così. Mélenchon ha ottenuto un risultato strepitoso ed è di sinistra e credo sia decisivo per l’esito finale, se Macron non sigla un’intesa con lui è difficile riesca a vincere».
Tornando alle primarie, lei è stato l’unico candidato a venire in Trentino.
«Penso che i miei avversari diano questo territorio per acquisito. D’altra parte i quadri del Pd trentino, salvo i miei sostenitori, sono abbastanza proni ai voleri di Renzi e probabilmente una delle ragioni per le quali il Trentino non riesce a emergere nella cronaca politica italiana è il fatto che le leadership locali in questo momento siano più attente alla loro personale carriera politica che al territorio. Ciò rende onore a chi ha avuto il coraggio di schierarsi contro Renzi a tutela dell’autonomia e dell’indipendenza, in senso politico, del Trentino. Il succo della mozione Emiliano in provincia è cercare di consentire a una nuova classe dirigente di svincolarsi da un antico meccanismo per il quale leadership opache hanno ottenuto molto da Renzi, ma non hanno assicurato alla loro comunità quanto le sarebbe spettato».