Primarie Pd, gli ultimi appelli al voto

 L’ex presidente del consiglio (ed ex segretario) Matteo Renzi, il ministro della giustizia Andrea Orlando, il governatore della Puglia Michele Emiliano. Sono in tre a contendersi domani la guida del Partito democratico. A scegliere il nuovo segretario saranno anche questa volta - dopo una prima fase interna agli iscritti - tutti gli elettori e i simpatizzanti del partito.
C. Bert, "Trentino", 29 aprile 2017

 

Alle primarie del 2013 furono 21 mila i trentini che andarono ai gazebo, questa volta tutti si attendono un’affluenza molto più bassa, molti si accontenterebbero della metà. La campagna elettorale è stata sottotono e non si avverte la tensione e l’attesa di altre competizioni. «Esito scontato, vincerà Renzi, e le primarie hanno fatto il loro tempo», ha detto tranchant uno dei big del Pd trentino, il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti, annunciando che non andrà a votare. Gli risponde il segretario Italo Gilmozzi: «Ricordo che domenica ci saranno 400 volontari che si alzeranno all’alba per garantire l’organizzazione delle primarie. Sono persone che non hanno niente da guadagnarci, un esempio di generosità di chi crede nella possibilità di cambiare le cose, e che il partito sia uno strumento di questo cambiamento. Per questo il mio appello è di andare a votare, di non sprecare questa possibilità democratica. La gente pretenda di più dai politici, ma partecipi quando può farlo per fare selezione della classe politica». In Trentino saranno 51 i seggi (l’elenco sul sito www.partitodemocraticotrentino.it) si vota dalle 8 alle 20 nel seggio del proprio Comune o circoscrizione di residenza, versando un contributo di 2 euro (tranne gli iscritti al Pd). Sotto gli appelli delle tre liste trentine per i rispettivi candidati.

PER RENZI

«Abbiamo iniziato a cambiare l’Italia, avanti con le riforme»

«Domenica 30 aprile anche tutti i trentini a partire dai 16 anni potranno partecipare alle primarie del Partito Democratico e scegliere il prossimo segretario del Pd e candidato alla guida del Paese. Le primaire sono uno dei pochi veri esperimenti di democrazia di partito, in un panorama politico dove prevalgono modelli proprietari o autoritari, e dunque bisogna sostenere questo esperimento prezioso, non solo per il Pd ma per la democrazia italiana. Scegliere Matteo Renzi significa sostenere un progetto di cambiamento del Paese che passa per l’impegno di riforme radicali in Italia e per il coraggio di una battaglia per la costruzione di un’Europa diversa. Alcuni interventi importanti sono stati realizzati, molto resta ancora da fare. Nei mille giorni di governo il nostro Paese ha iniziato a rimettersi in moto e dopo anni di pesante recessione il Pil è gradualmente tornato a crescere ed il debito ha iniziato a diminuire. In concreto, l’agenda riformista del governo ha messo in campo riforme di lungo respiro, come il Jobs Act che ha generato 680.000 nuovi posti di lavoro ed ha trasformato il mercato del lavoro italiano estendendo diritti anche a chi prima non li aveva (ad esempio il sacrosanto diritto alla maternità per tutte le donne lavoratrici non solo quelle dipendenti) o interventi mirati come l’azione di redistribuzione sociale degli 80 euro di cui 10 milioni di italiani hanno beneficiato concretamente. Altro che mancia elettorale! O ancora il piano di riqualificazione delle periferie con uno stanziamento di ben 2 miliardi di euro. Il cambiamento è solo iniziato: ora è tempo di rimettersi in moto e di continuare le riforme con maggiore determinazione anche per cambiare l’Europa, con un presidente della Commissione Europea che sia eletto direttamente dai cittadini, un piano europeo della sicurezza per fornire protezione ai cittadini europei e un vero piano per gli investimenti e la crescita. Per fare tutto questo, abbiamo però bisogno di un’Italia forte, non isolata, ma protagonista. Per questo, abbiamo bisogno anche del tuo impegno. Domenica, aiutaci a cambiare l’Italia, con Matteo Renzi».

 PER ORLANDO 

«Ricucire Pd e centrosinistra e ridurre le disuguaglianze»

«La candidatura di Andrea Orlando nasce perché il progetto del partito che dieci anni fa il popolo del centrosinistra ha fondato è irrimediabilmente a rischio e con esso una speranza per l’Italia e per il Trentino che non possiamo smarrire. In queste settimane, mentre avremmo dovuto discutere di come sanare le fratture sociali emerse dal referendum del 4 dicembre scorso, ci siamo divisi noi. Non abbiamo ancora una cultura nuova e condivisa all’altezza delle sfide del nostro tempo e stiamo rischiando di smarrire anche l’eredità migliore delle grandi ispirazioni ideali del cattolicesimo democratico e del socialismo italiano: la capacità di unirsi nei momenti difficili della vita della Repubblica.

Abbiamo bisogno di ripartire dai più deboli, abbiamo bisogno di ridare voce a chi è in difficoltà, abbiamo bisogno di tutti e non possiamo lasciare indietro nessuno, abbiamo bisogno di ripartire dai lavoratori e dal mondo della scuola e della ricerca, abbiamo bisogno di costruire un nuovo centrosinistra, di cui un Pd forte e plurale sia il perno, per sconfiggere la nuova destra nazionalista e populista. Orlando si è candidato per restituire una parte di quello che ha imparato nella sua vita politica e che ha cercato di praticare da amministratore e uomo di governo: la capacità di ascoltare e di coinvolgere. “Una casa divisa non può reggere”, diceva Abramo Lincoln. Non può reggere il Paese, non può reggere il partito. Oggi è tempo di unire e riparare, di tessere e ricucire. È un lavoro complicato, a cui bisogna dedicarsi a tempo pieno. Orlando propone di ridurre le distanze: quelle economiche, sociali, culturali. Non ci sono ricette facili e non basteranno gli slogan del candidato favorito. L’Italia è un Paese bellissimo, ma è anche un Paese che continua a soffrire. Ha grandi risorse inespresse e il nostro lavoro è farle uscire allo scoperto. La riscossa può avvenire soltanto con i piedi ben piantati in Europa, non solo perché là si collocano le nostre radici, ma soprattutto perché là sta il nostro avvenire, la dimensione minima per combattere l’ingiustizia e difendere la pace. Il 30 aprile apriamo una pagina nuova per il Pd, per il centrosinistra, per l’Italia e per l’Autonomia di Trento e Bolzano. L'alternativa tra un Pd isolato e il "Non andare a votare" c'è e passa attraverso Andrea Orlando».

PER EMILIANO

 

«Vogliamo un partito plurale che pensa ai più deboli»

«Domenica 30 aprile invitiamo le trentine e i trentini a partecipare alla primarie per l’elezione del segretario nazionale del Pd. Chiediamo un voto per Michele Emiliano e per la lista che lo sostiene “Noi con Emiliano”. Un’opportunità per cambiare il partito. Passare dall’idea dell’io, al Noi di un partito plurale, aperto alla società che torni ad essere una comunità di donne e uomini dove ognuno può apportare il proprio contributo ed essere ascoltato. Vogliamo ricostruire una nuova coesione nazionale, parlando agli ultimi, ai milioni di italiani in difficoltà, ai milioni di giovani in cerca di un lavoro vero. Guardare il mondo con lo sguardo delle periferie, dei più deboli, di chi non riesce ad esprimere i propri talenti perché intrappolato nella sofferenza e nella povertà. Pensiamo che la crisi economica si deve affrontare attraverso un piano straordinario per l’occupazione, una riduzione strutturale dell’imposizione sul reddito da lavoro, del cuneo fiscale, e una revisione delle aliquote. Bisogna porre le basi per una crescita equa e sostenibile: per le persone che vanno tutelate nei loro diritti, per l’ambiente che deve essere utilizzato come risorsa da preservare e valorizzare. Bisogna cancellare i privilegi, attivare una seria lotta all’evasione fiscale, alle mafie e alla corruzione che rappresentano i veri ostacoli a qualsiasi progetto di crescita del Paese. Il risparmio dei cittadini deve essere tutelato con una chiara scelta di campo: stare dalla parte dei risparmiatori e delle imprese sane che creano lavoro e non dei banchieri».

«Le primarie del Pd riguardano anche il Trentino. Per noi l’autonomia speciale deve rappresentare un appeal al servizio del Paese e un orizzonte verso gli Stati Uniti d’Europa. Il Pd trentino, anche in forma confederata con il nazionale, deve saper coniugare gli interessi nazionali con quelli del territorio ed essere il collante politico con le espressioni territoriali e civiche. Noi pensiamo il Pd trentino al servizio della comunità, che favorisca la partecipazione, che alimenta e accoglie le proposte di tutti e che sappia proporsi come riferimento credibile per il governo locale. La buona politica è ancora possibile. Noi intendiamo riportarla dentro il nostro partito».