«Mi dimetto e la maggioranza si assumerà le sue responsabilità». Lucia Maestri lascia la presidenza della quinta commissione al termine di un pomeriggio ad alta tensione che mina alle fondamenta il futuro stesso del centrosinistra autonomista. Il casus belli è ancora una volta la controversa riforma della cultura, divenuta ormai terreno di scontro di una più ampia partita politica orientata già alle prossime elezioni.
A. Papayannidis, "Corriere del Trentino", 27 aprile 2017
Giravolte
Non più tardi di venerdì scorso, la maggioranza di centrosinistra aveva preso ufficialmente le distanze dall’assenso dell’assessore Tiziano Mellarini alla proposta di Walter Viola (Progetto Trentino) per il mantenimento degli attuali cda dei musei (pur ridotti a tre membri ciascuno). Mellarini, prima di aprire a Viola, aveva riproposto il cda unico. E i capigruppo di Pd, Upt, Patt e Ual, venerdì, avevano scritto testualmente: «La maggioranza ha ribadito la validità della proposta dell’assessore Mellarini volta alla creazione di un cda unico».
Il passaggio successivo era previsto per oggi in commissione, dove Mellarini era atteso alla presentazione dell’emendamento sul cda unico. Ma Mellarini non l’ha presentato e nel gruppo di lavoro che ha preceduto la commissione (formato dagli stessi membri) l’opposizione ha chiesto quale fosse l’orientamento della maggioranza sull’articolo che riguardava i musei. L’assessore ha chiesto una sospensione per riunirsi con la sua maggioranza (rappresentata dalla pd Maestri, dagli upt Passamani e Tonina, dall’autonomista Avanzo) e ha detto che, per evitare l’ostruzionismo in Aula sulla riforma, a suo parere non ci sono altre strade se non un accordo sull’emendamento di Viola. Patt e Upt si sono allineati, Maestri no: «Ho detto che non potevo dare una risposta, dal momento che l’accordo di maggioranza era un altro e avrei dovuto riportare la questione al gruppo».
Maestri, da presidente della commissione, ha proposto di esaminare tutti gli articoli rinviando però quello sulla riforma dei musei. Per Progetto Trentino, Viola e Marino Simoni (vicepresidente della commissione) hanno tenuto duro («Il punto cruciale riguarda i musei, inutile girarci attorno, bisogna esaminare tutto il disegno di legge», dice Viola), poi i toni si sono alzati ed è maturato un duro diverbio tra Claudio Civettini e Maestri stessa, con il consigliere di Civica trentina che ha accusato la presidente e la maggioranza di tenere in scacco la riforma. «Nessuno in maggioranza mi ha difesa — spiega Maestri — ma non è per questo che mi sono dimessa. Mi sono dimessa per il dato politico: Upt e Patt vanno avanti con Viola. Lo avrei fatto anche se Civettini non mi avesse attaccato».
Gli strascichi
Subito dopo, la riunione della quinta commissione si è aperta presieduta da Simoni, che ha messo ai voti la proposta di rinviare la discussione «vista l’assenza dei presupposti politici necessari per proseguire l’esame del disegno di legge», ottenendo l’unanimità. Se ne riparlerà la prossima settimana, il 2 maggio.
Contrariamente al Pd, l’Upt attribuisce all’attacco di Civettini le dimissioni. «Quanto successo in Commissione — scrivono i consiglieri upt e dei due assessori, Mellarini e Gilmozzi — è per tutti noi molto grave e ingiustificabile. L’atteggiamento di Civettini ci ha sorpresi, sbigottiti e amareggiati; è stato superato ogni limite accettabile. Eravamo tutti seduti a un tavolo per trovare la sintesi delle diverse posizioni, dopo che la nostra proposta non era stata accolta da Viola e si è tentato di condividere una exit strategy per superare l’impasse. Nell’esprimere a nome di tutto il gruppo Upt la nostra massima solidarietà, ci teniamo a confermarti la stima e la fiducia, personale e politica, di sempre. Confidiamo che tu possa proseguire con serenità l’ottimo lavoro svolto finora, in un ruolo in cui hai dato molto e che per certi versi è per te persino stretto, dato che sappiamo meriti profili di tutto spessore. Siamo davvero convinti che nel mondo della cultura trentina non possa mancare la presenza e la presidenza di Lucia Maestri».
Oggi il Pd discuterà gli sviluppi della vicenda in una riunione straordinaria del gruppo.