Dal primo luglio in base all’ultima legge finanziaria sarà operativa la fusione fra Centro per la formazione internazionale alla solidarietà e l’Osservatorio Balcani- Caucaso Transeuropa (di cui due anni fa era esploso il caso del taglio dei finanziamenti da parte della Provincia e i successivi licenziamenti). Il nuovo centro si chiamerà Centro Cooperazione Internazionale, che fornirà servizi e consulenza alle associazioni.
C. Bridi, "Trentino", 14 aprile 2017
Sulle ragioni che hanno portato la Provincia a questa riforma abbiamo sentito l’assessora provinciale Sara Ferrari che nei giorni scorsi ha presentato il progetto di fusione alle associazioni di volontariato internazionale del Trentino che sono oltre 270 e sono presenti in tutti i Paesi della lista Dac.
Assessora Ferrari da quale esigenza nasce questa riforma delle associazioni preposti alla cooperazione internazionale a livello provinciale? La riforma nasce dall’esigenza di valorizzare un patrimonio di esperienza e competenza maturate in questi anni sul nostro territorio, facendone sintesi e cioè mettendo maggiormente a sistema una pluralità di luoghi e di soggetti riconducibili alla relazione fra il Trentino e resto del mondo.
Come intendete valorizzare le esperienze maturate in tutti questi anni? La scommessa è quella di far diventare il Centro a tutti gli effetti il vero punto di riferimento per i cittadini, per le associazioni, i partner istituzionali e gli interlocutori esterni al Trentino, il sistema della cooperazione internazionale. Questo con l’obiettivo di potenziare il rapporto fra il Trentino e il resto del mondo facendone luogo di sintesi.
Quale sarà la forma giuridica della nuova associazione che nascerà dalla fusione delle due esistenti? Innanzitutto resterà un’associazione di diritto privato per confermare la partecipazione dei partner attuali: Provincia autonoma di Trento, Università di Trento, Federazione Trentina della Cooperazione, Fondazione Opera Campana dei Caduti di Rovereto, Forum della Pace, Ocse e associazioni di volontariato che avranno un loro rappresentante. Che fine farà il personale in carico alle due attuali associazioni? Tutto il personale si troverà a lavorare insieme nella sede di Via San Marco, con l’obiettivo di cercare la massima sinergia fra di loro e fra le diverse esperienze professionali, al fine di garantire la massima efficienza frutto delle competenze di ciascuno.
Quali i costi della fusione a carico della Provincia? Sicuramente non ci saranno maggiori costi, anzi dalla razionalizzazione si dovrebbe rendere più sostenibile l’attuale spesa potenziando però le capacità di autofinanziamento ricorrendo a diversi bandi europei.
In questo nuovo quadro che accoglienza potrà avere la richiesta formulata dalle associazioni medio – piccole che hanno richiesto uno spazio anche per loro? Il Centro dovrà essere considerato dalle associazioni di volontariato internazionale come il loro punto di riferimento. Inoltre per venire incontro alla loro richiesta si prevede di riservare una sala per il lavoro condiviso dalle associazioni e per gli incontri che vorranno programmare. Il Centro dovrà essere sempre più fornitore di servizi e consulenza per la progettualità e le attività delle associazioni che si trovano ad operare in un mondo in rapida evoluzione e in un sistema di cooperazione internazionale sempre più complesso.