La presa di posizione espressa ieri dal parlamentino dell’UPT, in merito alla riforma del Welfare Anziani ci lascia sorpresi e stupiti. Difficile comprenderne il senso sia nel merito che nella scelta dei tempi.
Italo Gilmozzi – Segretario provinciale PD Trentino
Alessio Manica – Capogruppo provinciale PD Trentino
Ricordiamo che sulle direttrici fondanti della proposta di riforma si è svolto un lungo lavoro di confronto. Il gruppo consiliare dell’UPT, insieme a tutta la maggioranza, poco meno di due mesi fa ha approfondito e condiviso la linea proposta dall'assessorato. Proposta che ha ripreso le osservazioni pervenute durante il confronto, molte delle quali avanzate dalla stessa UPT.
Una proposta di riforma che poggia su tre elementi.
Il primo: la capacità e la responsabilità delle Comunità di Valle di costruire vere politiche per la popolazione anziana partendo dalla conoscenza e lettura delle esigenze sociali peculiari del proprio territorio.
Il secondo: la necessità di offrire alle persone una gamma di interventi più ampia e meno frammentata di quella esistente, capace cioè di affiancare alla residenzialità assistita servizi orientati a salvaguardare l’autonomia e la domiciliarità delle persone anziane. In questo senso, rispetto alla situazione attuale, va facilitato l’accesso al sistema d’interventi garantendo alla persona un interlocutore unico chiamato Agenzia per l’Anziano – Spazio Argento.
Il terzo: date queste premesse le realtà del Privato Sociale e del Terzo Settore ricopriranno sempre più un ruolo strategico nell’elaborare e proporre interventi innovativi rafforzando l’attuale rete di risposta ai bisogni.
Coerentemente con la linea approvata dalla maggioranza la stessa Giunta provinciale (all’interno della quale siede oltre all’assessore Gilmozzi anche il segretario Mellarini) due settimane fa ha confermato l’impostazione con un conchiuso di giunta che ha dato mandato all’assessorato alla Salute di costituire un tavolo di lavoro deputato a far emergere e definire gli aspetti più operativi dell’impostazione proposta.
Il tavolo ha cominciato il proprio lavoro lo scorso 6 aprile coinvolgendo le rappresentanze di tutti i soggetti che a vario titolo operano all’interno dell’attuale sistema di Welfare: Comunità di Valle e Servizi Sociali Territoriali, UPIPA, APSS, Terzo settore e privato sociale, ACLI, rappresentanze sindacali e degli anziani, Coordinamento dei circoli anziani Consulta della Salute, Ordine dei medici, Collegio degli infermieri.
La presa di posizione dell’UPT pare quindi stonata sia nei tempi che nei contenuti, poiché si concentra sul tema delle fusioni delle APSP, che in realtà è solo un aspetto di un disegno ben più ampio. Il rischio, probabilmente non calcolato, è quello di offrire una sponda a coloro interessati a conservare assetti consolidati più che a migliorare il sistema di assistenza e welfare agli anziani. In questo modo di fatto si rischia di minare in partenza il percorso del neo costituito tavolo tecnico.
L’invecchiamento della popolazione trentina è un dato incontrovertibile. Già oggi metà degli anziani non autosufficienti non risulta conosciuto ai servizi e quindi migliaia di famiglie devono affrontare da sole situazioni molto difficili.
Ridisegnare l’attuale sistema di welfare per gli anziani in modo da renderlo più capace d’incontrare le esigenze e le risorse della popolazione anziana e delle reti familiari è – e dev’essere- una priorità e una responsabilità politica.
La presa di posizione del parlamentino dell’UPT appare in forte contrasto con quanto già condiviso dal loro gruppo consiliare in maggioranza e dai loro assessori in Giunta Provinciale.
Chiediamo quindi all’UPT di fare chiarezza al suo interno, con l’auspicio che le considerazioni proposte possano rientrare nell’alveo di un propositivo contributo alla discussione, anche nel rispetto dei soggetti che stanno impegnando competenze e energie al tavolo tecnico.