Cresce il consenso per Renzi, in Trentino, ma nella base la partecipazione al voto crolla. Nei circoli del Pd ha vinto la disaffezione: al voto si è recato meno di un iscritto su due (il 45,4%, 580 su 1276), a conclusione delle consultazioni che vedono Renzi nettamente vincitore con il 58,28%, seguito dal ministro Andrea Orlando al 36,55% e il governatore Michele Emiliano al 5,17%.
"Trentino", 2 aprile 2017
Solo negli ultimi due giorni la partecipazione è passata dal 56% al 45,45%, un tonfo dovuto la sistema delle convenzioni, che prevedono votazioni aggregate. L’esempio è quello di Cembra, Fiemme e Fassa; sede di voto, Grumes. Hanno votato solo gli iscritti della valle di Cembra. Gli iscritti di Fiemme e Fassa, date le distanze, non si sono mossi. Zero il voto collezionato da tutti e tre i candidati. Stesso ragionamento, con partecipazione e voti differenti, lo si può fare, ancora, per Lavis, Mezzocorona, Mezzolombardo. Al congresso 2013, va detto, i votanti si fermarono al 48%, dunque il dato è circa in linea, benchè inferiore rispetto al nazionale. Con Renzi al 58,28%, Elisa Filippi saluta positivamente un risultato che, se rapportato al 2013 (38,5%), vede una crescita del segretario uscente del 20%. «La base del Pd in Trentino ha cambiato rotta - dice Filippi - La linea di Renzi è stata promossa, se pensiamo al 63% raggiunto a Trento contro il sostanziale pareggio del 2013 che Renzi ottenne con Civati, attorno al 40%. Stesso ragionamento si può fare analizzando il caso Rovereto: Renzi arrivò terzo, dopo Cuperlo e Civati, oggi è al 52%. A Riva del Garda, invece, il risultato è capovolto, con la vittoria di Orlando». Per sottolineare il gradimento della proposta Renzi nei circoli trentini del Pd, Filippi cita tre realtà dove certo, nel 2013, Renzi non era apprezzato: Pergine, Lavis e Rovereto, tre Comuni che di fatto hanno cambiato idea. La conta grossa è chiaramente nelle città. E qui i dati, per i dem renziani, sono indicativi. La partita vera si giocherà però alle primarie del 30 aprile, quando voteranno anche elettori e simpatizzanti.
Il dato della disaffezione però resta e preoccupa l’ex sindaco di Rovereto Andrea Miorandi, sostenitore di Emiliano: «Dal punto di vista politico il dato è quello della scarsa partecipazione a questo sistema di voto, questo meccanismo voluto dal Pd nazionale. Un’occasione persa - appunta amaro Miorandi - Poco il dibattito nei circoli, il militante si può dire che sia mancato. Il dato che resta è che in Trentino il 25% dei tesserati del Pd (1200 gli iscritti) ha votato Renzi. Qualitativamente però faccio notare anche un’altra cosa, la disaffezione dei giovani al voto. La seconda fase però sarà diversa. Il 30 aprile le cose cambieranno».
Non pare preoccupato per la scarsa affluenza il segretario del Pd Trentino Italo Gilmozzi che commenta così i dati dell'affluenza: «Gli iscritti sanno che la vera partita si gioca alle primarie del 30 aprile, lo sanno sia i sostenitori di Renzi che quelli di Orlando. I più motivati potrebbero essere i sostenitori di Emiliano che deve raggiungere il 5% per andare alle primarie». Quanto al risultato trentino di Renzi al di sotto della media nazionale, il segretario spiega: «Nel 2013 era andato peggio (38,5%, ndr), quindi direi che il dato di oggi rispecchia le nostre aspettative».