E se l’Europa non ci fosse?

Capita in alcuni momenti storici che il senso comune ci porti nella direzione opposta a quella del buon senso. Accadeva nei Promessi Sposi, dove il Manzoni ci narra della peste e della (errata!) credenza degli “untori” e accade ancora oggi rispetto ad alcuni temi, fra questi quello dell’Unione Europea.
Elisa Filippi, www.italiaincammino.it, 24 marzo 2017

 

Mentre ci troviamo a celebrare l’anniversario dei 60 anni della sua nascita, crescono i movimenti che vedono l’UE come la principale fonte dei nostri problemi e propongono di uscirne per tornare ad una propria moneta, ad una politica che strizzi l’occhio al protezionismo, al ripristino delle frontiere e ognun per sé.

La tesi di fondo è che l’Unione Europea è apertura e l’apertura genera confusione, aumenta rischi e pericoli.

I temi caldi: migrazioni, crisi, libertà

Ma è davvero così? Prendiamo tre temi “caldi”, migrazioni, crisi economica, libertà e chiediamoci come  la nostra vita potrebbe migliorare senza l’Unione Europea.

Se domani ci svegliassimo e l’UE non esistesse più: che ne sarebbe dei flussi di migranti?

La storia non si fa con i se, ma ad oggi non esiste alcun elemento razionale che ci porti a pensare che diminuirebbero, al contrario possiamo immaginare che senza l’UE l’Italia ed i Paesi della sponda nord del Mediterraneo sarebbero lasciati completamente soli sia nella prowetezione delle nostre frontiere sia nella gestione dell’accoglienza di migranti e richiedenti asilo all’interno degli attuali confini.

Se non esistesse il mercato unico

“Però la crisi è anche colpa della trappola dell’euro che non possiamo svalutare”: è una delle affermazioni più ricorrenti. Se domani non esistessero più né il mercato unico europeo, né l’euro saremmo effettivamente più competitivi?

Sarebbe un mix letale. Con il ritorno ad una moneta nazionale debole aumenterebbeo i prezzi di beni e prodotti: ci costerebbero molto di più le materie da importare, e tra queste anche materie prime fondamentali come il petrolio (e dunque la benzina). Inoltre dovremmo pagare dazi da Paese a Paese: per avere un’idea dell’impatto, basti pensare che oggi il volume degli scambi di beni tra Paesi europei rappresenta ben il 31,1% del Pil complessivo.

Altro che causa di tutti i mali, è vero invece che grazie all’euro l’Italia ha risparmiato centinaia di milioni di euro in interessi sul nostro enorme debito pubblico ed in tutta Europa sono più di 3 milioni i posti di lavoro creati direttamente dal  mercato unico europeo.

Infine: conoscenza è libertà. Se domani ci svegliassimo e l’UE non esistesse, avremmo bisogno di munirci del passaporto per recarci in vacanza e al lavoro a Monaco e Parigi, dovremmo ottenere permessi ed autorizzazioni per potervi studiare e lavorare, con buona pace dei circa 50.000 italiani che ogni anno partono per l’Erasmus.

L’Europa una conquista per il mondo libero

L’Europa oggi è parte integrante delle nostre vite ed è una conquista che ci ha permesso di vivere in pace e di crescere in un mondo libero. Se l’Europa domani sarà ancora nelle nostre vite dipenderà dalla capacità che avremo di svegliarla dal suo torpore, giungendo presto a cooperazioni concrete per dare risposte ai problemi che viviamo: da una vera difesa comune europea ad un reale piano di investimenti per la crescita.

Solo risposte efficaci potranno far cambiare verso al senso comune. Per fare questo, recuperiamo idealità e muniamoci di pragmatismo.