M. Frassoni, 23 gennaio 2010
Pierluigi Bersani è il primo segretario del Partito Democratico a partecipare a una Festa Democratica sulla Neve.Nelle passate edizioni organizzatori, volontari e ospiti hanno masticato amaro quando l’incontro con l’invitato più atteso è sfumato a poche ore dall’inizio. Certo, la colpa è sempre stata della fitta agenda di incontri politici che scandiscono e a volte ‘ingabbiano’ la vita di un politico di spicco.
Ma la presenza di Bersani a Folgaria non è soltanto un caso, uno spiraglio che e si è aperto fortunosamente tra un impegno ed un altro, ed i volontari che se lo sono conteso appena ha varcato la soglia della festa ben 45 minuti prima dell’inizio del suo intervento lo hanno subito percepito. Bersani ha abbracciato e ascoltato a lungo ognuno di loro, al bar, lungo gli stand, per le scale, a volte quasi stupito dalla selva di telecamere che cercavano di carpire qualche immagine all’interno delle cucine da dove i giornalisti sono stati gentilmente invitati a rimanere fuori. “Il Pd è l’unico partito a dare concretezza e sapore vero alla parola ‘popolare’ e le migliaia di Feste Democratiche in giro per il Paese incarnano proprio il suo modo di vivere e far vivere la politica” ha affermato il Responsabile Nazionale delle Feste Lino Paganelli, mentre il segretario del Pd del Trentino ha raccontato con emozione, di fronte ad una sala gremita all’inverosimile, l’ansia e le aspettative che hanno accompagnato l’annuncio dell’arrivo del Segretario alla Festa: “Verrà o non verrà questa volta?” La gente desidera riconoscersi in un partito che mette in pratica ciò che dice – ha continuato il segretario provinciale - ed io sento particolarmente questa responsabilità, che in Trentino è per noi ancora più grande perché qui il Pd è un partito profondamente radicato sul territorio e al governo grazie ad una forte alleanza di centrosinistra, che è stata anche la chiave per la sua vittoria: per la prima volta nella storia un partito di centrosinistra riformista è il più forte della provincia. Nicoletti ha infine ricordato la grande intuizione che 31 anni fa ha portato Alberto Rella, presente in sala, a ideare proprio qui a Folgaria la prima di innumerevoli feste sulla neve.
Bersani ha esordito ringraziando i volontari e le amministrazioni locali per aver reso possibile questo evento, realizzazione perfetta di quell’idea di grande partito popolare che il Pd rappresenta: “un luogo dove la gente possa guardarsi all’altezza degli occhi e questa cosa internet non te la risolve. Per il Pd le Feste non sono un luogo minore della politica ma un luogo di serie A della politica, in cui dici le cose che contano davanti alla gente che conta più per te”.
Bersani è stato molto netto, con il suo tipico stile pacato ma chiaro ed efficace, nel giudizio assolutamente negativo nei confronti del governo e della sua maggioranza: in ogni paese democratico la ripresa dell'attività parlamentare è solitamente dedicata ai temi del lavoro, del reddito, del fisco, della crisi industriale e dell'agricoltura, ma l’Italia è l’unica che apre discutendo di processo breve: “ Siamo sempre sui problemi suoi e mai su quelli degli italiani!” ha ribadito con forza il Segretario. Sulla crisi, come su tante altre questioni cruciali per il nostro Paese, il governo ha espresso nel tempo opinioni confuse, superficiali e spesso contraddittorie, mentre il Pd non ha mai nascosto che questa sarà una crisi profonda e lunga, che non si può dire veramente superata prima di aver almeno raggiunto i livelli del 2007, quando tutto è cominciato. Ma secondo le proiezioni di Confindustria, con i ritmi dell’economia attuale, l’Italia riuscirà a colmare il divario solo nel 2017. Molte delle nostre imprese, pur dotate di inventiva e di straordinari picchi di qualità, hanno poco fiato, non hanno sufficienti risorse per resistere fino alla fine del tunnel.
E’ necessario un intervento tempestivo, ha detto Bersani, in tre ambiti distinti: in primo luogo, per contrastare il calo troppo forte dei consumi, bisogna sostenere i redditi più bassi attraverso un alleggerimento della pressione fiscale ed il controllo dell’inflazione; bisogna poi aiutare le piccole imprese, ma direttamente e non attraverso la banche come sostiene la dottrina Tremonti; è necessario infine riprendere ad investire, non in opere inutili come il ponte sullo stretto, ma dotando i singoli comuni di intervenire nel proprio territorio con opere concrete.
“Il governo Berlusconi vorrebbe fare le riforme senza disturbare nessuno, per prendere solo applausi; ma non puoi usare il governo per fare consenso, devi usare il tuo consenso per governare” , ha affermato Bersani, ricordando il ricorso ad un espediente vergognoso ed estraneo alla cultura del Partito Democratico come il condono fiscale, che ha fatto guadagnare soltanto le banche, i grandi evasori e grandi fette di criminalità e tutto ciò proprio nel momento della crisi, che dovrebbe invece far rinascere il civismo e l’uguaglianza nella responsabilità.
Il centrodestra usa come tecnica di comunicazione una tattica diversiva che Bersani ha descritto con parole efficaci: “Fanno rincorrere il Paese dietro a delle palle perse e così non solo non risolvono i problemi, ma ne creano degli altri”, come la pseudo- riforma della scuola che ha come risultato soltanto la drastica riduzione dell’offerta formativa.
Le ultime battute dell’intervento più atteso della festa sono state dedicate al problema della giustizia e al ‘cantiere’ delle regionali. “Il processo breve? Sì, ma per quelli che verranno, non per quelli che ci sono adesso! Noi il processo non lo vogliamo lungo, lo vogliamo giusto. Riforme per tutti, non ‘normette’ per compiacere uno solo” ha esclamato Bersani, strappando il lungo applauso del pubblico.
La destra vorrebbe che, con questa tornata elettorale, il Pd finisse chiuso nella sua ‘riserva indiana’, ma tutto questo non succederà, ha assicurato il Segretario; sarà invece un’occasione per mostrare la capacità del Partito Democratico di accorciare le distanze tra le varie forze di opposizione. Su 13 regioni in cui si voterà il Pd sta concludendo gli accordi in 9 di esse, esprimendo un proprio candidato in 8 casi (in Lazio c’è la Bonino).
Infine un attacco alla Lega: “Il Leghisti sembra che siano a Roma in trasferta, poi tornano a casa e raccontano ciò che vogliono. Parlano di sostegno al territorio e hanno sottratto 300 miliardi di euro alle piccole imprese per colmare il buco di Alitalia. Da 15 anni bazzicano i palazzi romani e vogliono insegnarci il federalismo? Mai come ora i comuni sono penalizzati, messi in ginocchio dall’abolizione dell’Ici. Il Partito Democratico è l’erede di culture autonomiste che hanno inventato tutto. Cosa hanno inventato loro per le autonomie locali a parte le ronde? Il colore di un territorio è il suo gonfalone, non il fazzoletto verde. Su queste questioni tra noi e loro sarà un frontale”.
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