M. Frassoni, 22 gennaio 2010
E’ la prima causa di morte per le donne italiane tra i 15 e i 50 anni e Il 70% delle violenze si svolge in famiglia. Questi sono i dati impressionanti di una piaga nascosta che ancora oggi stenta ad ottenere l’attenzione della società civile e della politica.
Il vero dramma è che spesso sono le vittime stesse a non ammettere la gravità dell’abuso subito: da un recente sondaggio risulta che ben il 30% delle donne intervistate non ritiene violenza quella subita tra le mura domestiche.
La Festa Democratica sulla Neve ha voluto dedicare un’incontro al problema della ‘guerra contro le donne’, invitando Sara Ferrari, consigliere provinciale del Pd e Margherita Cogo, ex vicepresidente della provincia di Trento ed ora Assessore regionale agli enti locali, ad illustrare il Disegno di Legge di contrasto alla violenza di genere da loro recentemente presentato. Il dibattito è stato aperto da un video dell’artista locale Stefano Cagol, una rappresentazione visiva dell’angoscia, della paura e della solitudine della donna abusata, e dal saluto del segretario del Pd del Trentino Michele Nicoletti, che ha ricordato il sostegno del partito a questo importante disegno di legge ed in generale il suo impegno concreto a favore della parità di genere e per la dignità della donna a tutti i livelli: “La difesa dei diritti della donna non è una difesa di parte della società, ma della società tutta”.
Sara Ferrari ha in primo luogo ricordato come sia diffusa ancora oggi una mentalità che vede la violenza domestica come una questione che attiene alla sfera familiare e non come un problema sociale e come anche il Trentino, un’isola felice nell’opinione di molti, non sia immune da questo male: i dati del Centro Antiviolenza dimostrano che essa coinvolge tutti i ceti sociali e registrano un aumento del 15% nel 2008, ancora più preoccupante alla luce della considerazione che si tratta pur sempre di statistiche approssimative, perché non tengono in conto l’altissima incidenza del ‘sommerso” e si basano solo sulle sentenze passate in giudicato.
Il Ddl contro la violenza di genere, hanno spiegato le due consigliere, farà si che la Provincia si impegni a dare una risposta concreta a questo fenomeno nella doppia ottica della prevenzione e del sostegno alle donne che hanno subito violenza. A questo proposito Margherita Cogo ha ricordato che a livello nazionale, se da una parte sono state inasprite le pene, dall’altra non esiste a tutt’oggi una legge che stabilisca con precisione le modalità di assistenza alle donne abusate per accompagnarle nel pieno recupero di un ruolo all’interno della società. “E’ necessaria una maggiore presa di coscienza sia a livello istituzionale che pubblico, un primo passo importante contro l’omertà che spesso circonda le donne che subiscono violenza ed è proprio dalla scuola che si deve iniziare per sconfiggere i pregiudizi e cambiare una certa mentalità, educando i giovani al rispetto della diversità di genere ” ha proseguito Margherita Cogo.
Il Ddl si propone la realizzazione di una serie di servizi integrati per garantire una risposta tempestiva e un sostegno nel percorso di reintegrazione personale e sociale delle donne vittime di violenza ed eventualmente anche dei loro figli minori, l’accoglienza in case rifugio e alloggi protetti dove le ospiti saranno assistite da personale specializzato, l’istituzione sul territorio di una capillare rete di punti di ascolto che forniscano informazioni riguardo ai servizi previsti da questa legge e rispetto ai soggetti pubblici o privati che sul territorio provinciale prestano assistenza e sostegno alle donne vittime di violenza, e di un fondo di solidarietà per il sostegno alle azioni intraprese in sede giudiziaria dalle donne vittime di violenza. “Uno dei punti salienti di questa legge – hanno sottolineato più volte Sara Ferrari e Margherita Cogo - è l’idea che la Provincia si assuma il compito di una regia comune e che quindi le strutture, che in passato hanno già lavorato fattivamente in questo campo, possano ottimizzare gli interventi coordinandosi fra loro: a tale scopo verranno istituiti un comitato e un osservatorio dedicati”. Il comitato si propone di dare vita ad un protocollo comune d’intervento “mettendo in rete” tutte le istituzioni e i soggetti che solitamente intervengono a sostegno della vittima di violenza, come ad esempio le forze dell’ordine, il personale sanitario, l’ Ufficio per le politiche di pari opportunità e quello per le politiche sociali della Provincia.
L’aspetto più importante di questa legge è la gratuità dell’assistenza alla donna vittima di violenza, anche questo un passo importante verso il tanto auspicato cambiamento di mentalità: “Subire violenza, magari da un familiare, è molto più grave che rompersi una gamba” ha rimarcato con forza Margherita Cogo, mentre Sara Ferrari ha concluso l’incontro invitando il pubblico a riflettere su quel misero 1% che, secondo le statistiche trentine in linea con quelle nazionali, rappresenta la percentuale delle violenze subite ad opera di soggetti estranei al nucleo familiare o al cerchio delle conoscenze: una fotografia del problema completamente diversa da quella offerta ripetutamente dai media.