«Siamo interessati a ragionarci, quando avremo una proposta dal governo. Per verificare forme di compartecipazione a seconda delle disponibilità reddituali». Luca Zeni, assessore provinciale alla salute, apre al progetto caldeggiato dalla ministra Beatrice Lorenzin a proposito di ticket sanitari e detrazioni fiscali.
S. Voltolini, "Corriere del Trentino", 17 marzo 2017
La titolare del dicastero cerca a livello nazionale tre miliardi di euro per provare a abolire i ticket sulla sanità e dare un segnale di attenzione, anche politica, alle fasce più deboli della popolazione. L’idea, che sarà sottoposta la prossima settimana alle Regioni, prevede di mettere mano ai ticket e alle detrazioni uguali per tutti. Il suo disegno passa per la riforma delle spese fiscali. Si fa largo l’ipotesi di una modulazione delle detrazioni legate alle spese sanitarie in funzione del reddito. Oggi sono fisse, pari al 19% della spesa per tutti. Potrebbero essere articolate aumentando quelle per i redditi più bassi e alleggerendo quelle per i più alti. Da una revisione degli sgravi fiscali potrebbe derivare almeno una parte dei tre miliardi di euro che servono per eliminare i ticket.
Ma c’è anche un’altra opzione: vincolare alla compartecipazione della spesa i risparmi conseguiti nel sistema. Dall’applicazione dei nuovi Lea, a cui sono riservati 800 milioni del fondo nazionale da 113 miliardi, dovrebbero derivare dei risparmi. Idem dall’unificazione delle centrali di acquisto delle Regioni ordinarie. Le risorse recuperate servirebbero per abbattere i ticket a favore delle famiglie con figli numerosi e di chi perde il lavoro.
La base del ragionamento piace a Zeni, esponente del Pd, che è invece critico sull’eliminazione dei ticket. «Su questa proposta, quando avremo qualcosa di più definito, siamo interessati a ragionarci. La compartecipazione in base alle disponibilità reddituali ha un senso. Il Trentino gode già di una situazione di favore. Per i ticket la compartecipazione richiesta ai cittadini è bassa. Lo stesso per le spese farmaceutiche: per ciascuna prescrizione di farmaci vengono chiesti tre euro invece che dieci come negli altri territori». Secondo l’assessore trentino il progetto nazionale è mirato al recupero dello svantaggio delle regioni del sud. «Esiste un approfondimento sull’equità di accesso alle cure sanitarie. Al sud ci sono fasce di popolazione che rinunciano alle prestazioni perché prive della disponibilità economica. Parliamo di un 10-12% di esclusione. In Trentino la quota è zero».
Sull’eliminazione del ticket invece è perplesso: «Credo — conclude — che ci sia un valore nella compartecipazione che attiene alla responsabilizzazione. Però, ripeto, sulla gradualità in base al reddito siamo disponibili a ragionare».