«Non c’è stata nessuna scissione, solo dei fuoriusciti e credo che la loro dipartita ci farà bene. Anche i comuni cittadini erano stufi di un partito che ne aveva un altro dentro». A parlare, in collegamento telefonico dal Lingotto di Torino, è Gigi Olivieri, anima «renziana» del Pd del Trentino.
T. Scarpetta, "Corriere del Trentino", 12 marzo 2017
Le primarie sono state fissate per il 30 aprile e anche i democratici trentini si stanno attrezzando. L’entusiasmo, però, al momento non pare alle stelle. Bruno Dorigatti ha addirittura proposto di ignorare di fatto il confronto tra i tre candidati nazionali. Non sarà così, ma non è chiaro quanti dei dirigenti trentini avranno voglia di battagliare in prima fila per un Matteo Renzi il cui astro sembra meno brillante di un tempo, per un Andrea Orlando che al momento si candida a rappresentare la minoranza e un Michele Emiliano che non mostra di possedere una grande appeal in Trentino. «Penso che tutti — chiosa Olivieri — si rendano conto dell’importanza di fare una buona campagna congressuale anche da noi. In primis i dirigenti. Se nel 2018 vogliamo essere ancora più di ora il partito di maggioranza relativa della coalizione, è dal partito che bisogna cominciare». L’ambizione mai negata è quella di poter finalmente esprimere il candidato presidente dopo lo scivolone delle primarie perse nel 2013. I nomi che circolano, al momento, sono sempre gli stessi: Alessandro Olivi, Giorgio Tonini, Giovanni Kessler. La strada, però, è lunga e passa sia dal congresso nazionale che dalle scelte che il Pd del Trentino farà a livello locale.
«Il clima che ho respirato a Torino è molto positivo — dice Olivieri —. Non è vero, come qualcuno ha scritto, che non ci sono giovani. Ce ne sono e anche di trentini. Ragazzi come Lorenzo Borga che sono venuti a dare una mano in questi tre giorni. Mi auguro che Renzi superi il 50%, perché diversamente sarebbe un problema». Quanto all’idea di confederare il Pd trentino con quello nazionale, Olivieri mette subito dei paletti. «Ha senso se serve a includere mondi nuovi, l’Upt, ma non solo. Non lo ha se è solo un cambio di nome per permettere a Dorigatti di rimanere. Non esistono due partiti». Domani, i renziani avvieranno il comitato trentino.