Due ore di confronto con i sindaci e i presidenti delle Comunità di Fiemme e Fassa, un obiettivo preciso che sarà comunicato anche alla popolazione in un incontro pubblico programmato a Cavalese il prossimo 19 marzo: lavorare insieme per garantire condizioni tali da poter riproporre al ministero la riapertura del punto nascita. Ma l'ospedale di Cavalese rimane centrale nel sistema sanitario trentino e nel frattempo tutte le procedure, a partire dal reclutamento dei medici, rimarranno attive.
Ufficio Stampa Provincia, 10 marzo 2017
Con prime importanti notizie come quella che riguarda la presenza di una ostetrica anche di notte.
Questo in sintesi il risultato del lungo incontro ospitato questo pomeriggio in Provincia a Trento e presieduto dall'assessore Luca Zeni, accompagnato dal direttore dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, Paolo Bordon.
"Tutti gli amministratori sono consapevoli - ha detto l'assessore Zeni - che bisogna confrontarsi con rigorosi parametri che trovano la loro giustificazione nell'obiettivo di garantire la massima sicurezza. Ma riteniamo esistano ancora margini per riuscire a far riconoscere che esistono zone disagiate e che si possano immaginare modalità di presa in carico delle donne "più flessibile".
"Non si possono improvvisare proposte - ha aggiunto Zeni - ed anzi è quanto mai doveroso condividere il percorso con altre regioni che presentano caratteristiche analoghe alle nostre".
L'occasione è servita tra l'altro a riepilogare quanto fatto dall'Azienda sanitaria per affrontare il problema.
A partire dal 30 novembre 2015 in adempimento alla deliberazione della Giunta provinciale n. 2168 del 27 novembre 2015 che ha autorizzato l’Apss ad effettuare assunzioni di personale sanitario, per una spesa massima aggiuntiva di 9 milioni di euro, per l'adeguamento delle unità operative del Sistema ospedaliero provinciale molte iniziative sono state intraprese dall’Apss per reperire professionisti da assegnare ai punti nascita provinciale ed in particolare al punto nascita di Cavalese.
A novembre 2015, appena entrata in vigore la normativa sull’orario di lavoro che ha costretto alla riorganizzazione del lavoro, il primo tentativo di ricerca di professionisti finalizzata alla messa a norma dei punti nascita è stato un bando di concorso unitario per pediatri, ginecologi e anestesisti per ciascuno dei punti nascita all’epoca in attività (Tione, Arco, Cavalese e Cles). Questa modalità di ricerca per la pediatria e l’anestesia non ha dato alcun esito con riferimento all’Ospedale di Cavalese: la pediatria è andata deserta e per l’anestesia ha visto un unico candidato in comune con Cles.
Nello specifico, di seguito, quanto fatto successivamente per la pediatria di Cavalese.
A giugno 2016 dopo la chiusura della tornata delle specializzazioni nelle Università più vicine alla provincia di Trento si è partiti con un concorso e un avviso pubblico: è stata fatta, oltre l’ordinaria pubblicità prevista per i concorsi pubblici (in Gazzetta ufficiale, Bur e sito internet aziendale), una pubblicità specifica attraverso siti specializzati e quotidiani a diffusione nazionale (per l’elenco completo si rimanda alla tabella allegata). La ricerca ha permesso di trovare un buon numero di medici: di questi però solo 4 hanno dato disponibilità per sedi di ospedali periferici e sono stati mandati a Cles. Tutti gli altri sono stati assunti su Trento (7 medici anche se di fatto 3 lavoravano già con contratti a termine) e 3 a Rovereto (di questi 2 in servizio)
Con la stessa data del 21 giugno è stato anche fatto un avviso di mobilità per medici dipendenti da altre aziende pubbliche interessati ad essere trasferiti all’Apss. A quella prima procedura di mobilità si sono iscritti due medici che non hanno superato però il colloquio di selezione.
A settembre 2016 è stato fatto un altro concorso: su 18 iscritti se ne sono presentati quattro: il primo della graduatoria è stato assunto su Cavalese e ha iniziato il lavoro a fine febbraio, gli altri tre che comunque avevano rinunciato a Cavalese e, pur contattati immediatamente dopo il concorso, hanno rinunciato.
A inizio dicembre 2016 è stata fatta una selezione fatta a cui si è iscritto un pediatra che non si è presentato al colloquio.
A novembre 2016 è stato fatto un avviso di mobilità specifico per Cavalese: si è iscritto un professionista, che ha superato la selezione ed è stato chiesto il nulla osta alla sua Azienda sanitaria il 17 gennaio (oltre a numerosi contatti personali con lui e con la direzione generale) ma ad oggi non è arrivata alcuna la risposta.
A novembre è stato fatto un avviso di mobilità specifico per Cavalese: si è iscritto un altro professionista, deve essere fatta la selezione, l’8 marzo è arrivato il nulla osta preventivo alla mobilità.
Preme evidenziare che la mobilità interregionale prevede un iter ben preciso con un bando di mobilità e una selezione, di norma colloquio. Se il candidato lo supera viene attivato il trasferimento ma questo richiede l’assenso dell’azienda dove il medico lavora. Per maggiore garanzia il nulla osta viene richiesto alle aziende da parte dei partecipanti come allegato alla domanda di partecipazione alla mobilità (nulla osta preventivo).
A conclusione si precisa anche che l’elenco dei candidati iscritti ai due concorsi, completo di indirizzo mail e numero di telefono è stato mandato subito dopo la scadenza del termine per la presentazione delle domande a Parto per Fiemme e nonostante questo su 29 iscritti si sono presentati in 17 (tutti idonei) al primo concorso e al secondo concorso su 18 iscritti se ne sono presentati 5 di cui 4 idonei.
Preme evidenziare che la funzione anestesiologica è garantita a Cavalese da un direttore e tre dirigenti medici (il quarto previsto come per gli altri ospedali ha iniziato a metà febbraio ma in contemporanea è cessata un altro professionista immediatamente sostituito. Il nuovo anestesista è stato assunto il 23 febbraio 2017 e prenderà servizio compatibilmente con i tempi contrattuali previsti.
Nonostante le subentranti procedure concorsuali e di mobilità interregionali messe in atto nonchéle attività di promozione e sensibilizzazione sviluppate dalla Provincia, dalle Comunità di Valle e dagli specifici Comitati, a tutt’oggi non è stato possibile garantire i livelli di sicurezza pediatrica previsti dalla normativa. Si precisa inoltre che sono stati contattati personalmente o con email alcuni medici pediatri e che la messa a regime dei punti nascita non prevede il contratto libero professionale tra quelli idonei a garantire lo standard di copertura.
Si precisa inoltre che la direzione generale ha inviato a tutti i pediatri dipendenti dell’Apss una richiesta di disponibilità a effettuare turni aggiuntivi oltre l’orario di servizio per la copertura dei turni all’ospedale di Cavalese con una retribuzione aggiuntiva di 600 euro lordi a turno oltre al riconoscimento delle spese di trasferta: nessun pediatra ha dato la disponibilità. La mancata disponibilità è stata confermata anche dopo che la loro responsabile ha chiarito che i turno potevano essere effettuati anche dai medici che non avevano le 200 ore di attività richiesta dal contratto.
Per quanto riguarda le iniziative messe in campo a partire dall’11 marzo 2017 quando sarà sospesal’attività del punto nascita di Cavalese. Si riporta l’organizzazione provvisoria dell’attività materno infantile nelle valli di Fiemme e Fassa.
Ginecologo | • dal lunedì a domenica ore 8.00-14.00 per attività specialistica• giovedì 14.00 – 18.00 per ambulatorio ecografie• attività consultoriale invariata (15 ore settimana) |
Personale ostetrico | • dal lunedì al sabato 7.00 – 14.00 - 1 Unità a supporto del medico per le attività ambulatoriali• dal lunedì al sabato 7.00 – 14.00 - 1 unità per ambulatorio percorso nascita a Cavalese• dal lunedì al venerdì per ambulatorio percorso nascita in val di Fassa, con orario attuale• dal lunedì alla domenica h 24 - 1 unità in Pronta disponibilità per supporto al Percorso Nascita |
Pediatra | • sabato e domenica orario 10.00-18.00• lunedì – venerdì orario 14.00 – 18.00 |
Lo schema sarà garantito per le prossime due settimane, seguirà quindi una riprogrammazione della presenza oraria per le attività a regime. Di quanto sopra sarà data comunicazione al personale delle unità operative interessate domani venerdì 10 marzo e in parallelo si informeranno le Organizzazioni sindacali.
Si ricorda inoltre che anche in queste settimane il servizio di urgenza emergenza è sempre garantito anche con il volo notturno, in attesa di tornare a pieno regime in breve tempo.
Nei prossimi giorni sarà data piena operatività al percorso nascita già attivo nelle valli di Fiemme e Fassa che prevede l’assistenza delle donne in gravidanza che saranno accompagnate alla nascita da una rete integrata di professionisti. Il fulcro del modello è l’ostetrica dedicata che segue la donna garantendo la continuità delle cure, l’assistenza pre e post-natale, l’educazione, il counselling e lo screening per promuovere e monitorare il benessere della mamma, del neonato e della famiglia nel suo insieme. Con questo modello è garantita la tempestiva presa in carico della donna e la programmazione di tutti i controlli necessari dall’inizio della gravidanza alla fine del puerperio.
Per le donne inserite nel percorso nascita, ad oggi sono più di 200 quelle che hanno fatto il primo colloquio, si prevede anche l’attivazione di un servizio di pronta disponibilità sulle 24 ore dalla 37asettimana compiuta e fino al parto per la diagnosi di travaglio con eventuale accompagnamento al Punto nascita fermo restando, per le emergenze, l’attivazione diretta di Trentino emergenza 118.
L’ostetrica dedicata manterrà il contatto con la donna per il periodo seguente alla nascita con la presa in carico al momento della dimissione dall’ospedale. Le ostetriche del Punto nascita scelto dalla coppia assicurano una presa in carico one to one dal momento dell’ingresso in sala parto comunicando all’ostetrica dedicata l’avvenuto parto e la salute della madre e del neonato al momento della dimissione. L’ostetrica dedicata costituirà il punto di riferimento anche per le necessità assistenziali che potrannopresentarsi successivamente alla nascita.
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Dopo 62 anni di attività oggi il punto nascite di Cavalese chiude, ma rilancia percorso nascite e servizi territoriali per le valli di Fiemme, Fassa e valle di Cembra. Potenziato il ruolo delle 10 ostetriche, reperibili di notte dalla prossima settimana; in arrivo il quarto anestesista, implementata la ginecologia sul territorio, atteso un nuovo pediatra. Ieri l’incontro tra 25 ammistratori delle tre zone, l’assessore alla salute Luca Zeni ed il direttore dell’azienda provinciale per i servizi sanitari Paolo Bordon. Doveva essere la giornata della protesta, invece è stata l’unzione di un sodalizio: amministratori e provincia politicamente compatti per chiedere a Roma parametri diversi per salvare i punti nascita di montagna. Partita che non si gioca da soli ma di concerto con Piemonte, Lombardia e Veneto che già il 20 febbraio si erano trovati a Trento per studiare un modello alpino in grado di far retrocedere Roma dall’applicazione dei parametri capestro per le zone di montagna.
Così ieri, per la prima volta, provincia ed azienda sanitaria hanno adotttato un nuovo concetto: il punto nascite non è chiuso ma sospeso. Rassicurati gli amministratori, ma solo in parte. Nel frattempo annunciato il rilancio dei servizi di base dell’ospedale, fugando pensieri collettivi che nella chiusura del punto nascite vedevano il prologo a ben altri tagli. Atteso l’incontro di oggi all’ospedale di Cavalese, con Bordon a spiegare nel dettaglio quella sospensione del servizio che, dice, può trasformarsi in opportunità. Tione è l’esempio, i dati del primo semestre del 2016 indicano che le attività ospadaliere stanno crescendo, è stato detto. In mattina, dunque, la parola a Bordon, al pomeriggio però, alle 18, confermata la manifestazione di protesta promossa da Parto per Fiemme. «La sospensione del punto nascite non è la morte dell’ospedale di Cavalese - ha detto Bordon al termine dell’incontro con gli amminstratori di Fiemme, Fassa e valle di Cembra -. Senza gli ospedali di valle cade l’intero sistema». L’obiettivo è quello di un ospedale unico distribuito su sette presidi: uno di questi è Cavalese. L’attività ginecologica ed osterica saranno potenziate, con la reperibilità notturna. La calendarizzazione di queste attività, la prossima settimana. « Un incontro necessario - ha speigato Bordon riferendosi all’appuntamento di questa mattina -. Un incontro tecnico con gli operatori che in qusti anni hanno investito tempo e professionalità. Non li lasceremo soli, troveremo delle soluzioni. Abbiamo un obbligo: riconvertire le attività nell’ottica di un’ espansione sul territorio, con il potenziamento del percorso nascite , degli ambulatori territoriali diffusi. Questo per la valle di Fiemme, Fassa e, vera novità, anche per la valle di Cembra. Useremo questa disponibiltà oraria legata alla sospensione del punto nascita di Cavalese per espandere queste attività territoriali. Garantiremo la stessa attività chiurgica di tipo ginecologico che c’era fino ad oggi e, se se necessario, la potenzieremo».
Zeni: «I bandi restano aperti». Si chiederà una nuova deroga
Riaprire il punto nascite di Cavalese sarà difficile. Così gli amministratori di Fiemme, Fassa e valle di Cembra dopo l’incontro di ieri con Zeni e Bordon. Per ora c’è un impegno: fare in modo che le 250 partorienti l’anno che si contano in queste tre valli siano seguite. Atteso tra fine marzo ed i primi di aprile il quarto anestesista, viene da Belluno. Un solo pediatra è iscritto invece al concorso, i cui termini scadono il 16 di marzo. L’impegno: la donna sarà seguita prima e dopo il parto, il luogo della nascita è a discrezione. Chi sceglie Bolzano sarà sostenuto da accordi in itinere tra Trentino ed Alto Adige.
L’assessore Zeni ha voluto incontrare gli amministratori per fare il punto su quanto fatto per evitare la chiusura del punto nascite di Cavalese e tentare la via extraregionale. «Un confronto che, politicamente, ha portato ad una linea condivisa: mantenere aperte tutte le procedure, i bandi. Raggiunti i numeri torneremo a fare domanda di deroga», ha detto Zeni. La consapevolezza però resta ed è pesante: gli standard sono rigorsi. Esistono, certo, le condizioni perchè si possa pensare a modalità flessibili per per trovare i professionisti che mancano. «Il percorso va condiviso con altre regioni - ha proseguito Zeni-. Dobbiamo cercare una condivisione in modo da elaborare una proposta collettiva per andare al confronto con lo Stato». L’obiettivo è quello di tutelare le zone di montagna. Gli amministratori di Fiemme, Fassa e valle di Cembra erano arrivati nel pomeriggio a Trento con una richiesta molto chiara: azienda e provincia avrebbero dovuto spiegare direttamente alla popolazione il perchè della chiusura del punto nascite e chiarire, una volta per tutte, se questa chiusura non ne portasse poi delle altre. La richiesta è stata accolta. Il 19 marzo è previsto un incontro pubblico a Cavalese con l’assessore Zeni. Intanto in consiglio, Claudio Civettini ha lamentato la mancata presenza di tuti i consiglieri, ad un incontro così importante come quello di ieri, mentre l’ Upt lamenta una certa strumentalizzazione della vicenda in aula da parte della Lega Nord.