Il Pd organizzerà «tra i dieci e i quindici incontri sul territorio, accorpando anche circoli diversi» in vista delle primarie del 30 aprile. Lo ha deciso ieri la commissione provinciale per il congresso, che ha eletto Chiara Rossi come presidente.
A. Papayannidis, "Corriere del Trentino", 7 marzo 2017
All’assemblea del partito il segretario Italo Gilmozzi ha anche espresso ufficialmente dissenso rispetto alla posizione del presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, che ha esternato la propria volontà di non andare a votare alle primarie, considerando più giusto che siano i tesserati a scegliere il segretario del proprio partito.
«È importante — dice Gilmozzi — che tutti lavorino e si spendano per la buona riuscita del congresso». Nella sua relazione, il segretario ha parlato della scissione avvenuta a livello nazionale come di «una sconfitta per tutti» rimarcando la bontà «della scelta a livello trentino di restare uniti evitando una scissione». Poi è passato al tema — molto inflazionato nelle ultime settimane — del partito territoriale: «Considero il Pd il mio partito e non è qualcosa di diverso dal partito territoriale», ha detto Gilmozzi. Il segretario ha spiegato all’assemblea che «bisogna partire con il progetto e dare spessore al partito territoriale. Un punto di partenza potrebbe essere quello di lavorare attorno al primo testo licenziato dalla Consulta per lo statuto di autonomia, come ha proposto Dorigatti con cui, su questo punto, mi trovo molto d’accordo».
Il problema principale per i sostenitori del partito territoriale confederato con il Pd nazionale è che, almeno per il momento, gli alleati di coalizione dei democratici non hanno intenzione di varare nuove geometrie e, prevedibilmente, ne avranno sempre meno via via che ci si avvicinerà alle elezioni provinciali del 2018. Ma Gilmozzi ritiene che i rapporti con gli altri partiti di coalizione siano «positivi».