Il Pd si prepara al congresso. La minoranza: no alle primarie

Con 107 voti a favore, 12 contrari e 5 astenuti, la direzione nazionale del Pd ieri ha votato una mozione per andare subito a congresso, come proposto dal segretario Matteo Renzi e dalla maggioranza del partito che lo sostiene. A stabilire i tempi sarà l’assemblea, già il prossimo fine settimana: si parla di fine aprile, ma la minoranza vorrebbe tempi più lunghi, anche per scongiurare elezioni anticipate.
C. Bert, "Trentino", 14 febbraio 2017

 

«Si è chiuso un ciclo», ha detto ieri Renzi, lasciando capire di essere pronto a dimettersi per anticipare il congresso che nei tempi naturali si sarebbe dovuto svolgere in autunno. Si andrà al congresso con le stesse regole del 2013, questa la linea del segretario e della maggioranza: ovvero scrematura delle candidature (se più di tre) da parte degli iscritti Pd e poi primarie aperte agli elettori che si riconoscono nel Partito democratico. «È un anno che parliamo di congresso, facciamolo e poi prepariamo un programma di governo da presentare alle prossime elezioni, quando saranno», commenta il segretario del Pd trentino Italo Gilmozzi, sul treno di ritorno che lo riporta da Roma a Trento. E sulle regole dice: «Io sono a favore delle primarie, penso che vada sempre la pena aprire alla gente».

Ma dentro il partito, anche in Trentino, su questo punto le posizioni divergono. Alessio Manica, capogruppo provinciale, lo dice apertamente: «Pensare alle primarie mi fa venire l’orticaria. Mi sarei aspettato un congresso con regole diverse, secondo il percorso che aveva avviato nei mesi scorsi il vicesegretario Guerini. Io continuo a ritenere che la selezione delle cariche interne di un partito spetti agli iscritti. Altra cosa è la scelta della leadership alle elezioni». Come Manica, sulle primarie, la pensa un altro big del Pd, il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti.

Elisa Filippi, membro della direzione nazionale, commenta: «Bene il congresso quanto prima, non possiamo occupare altri mesi a discutere di regole interne, parliamo di contenuti». Le primarie? «Non ho sentito obiezioni. Consideriamo che chiunque si candidi, al più tardi dopo 7-8 mesi si va a votare. Mi pare difficile immaginare un congresso che restringe la platea».