Annunciata già nell’estate di cinque anni fa (quando venne appositamente modificato il piano regolatore del Comune di Trento) la struttura di accoglienza di via Lavisotto vedrà forse la luce in tempi brevi. Così almeno assicura l’assessore provinciale alla salute e alle politiche sociali, Luca Zeni, in risposta a un’interrogazione presentata dalla consigliera Violetta Plotegher.
"Trentino", 6 febbraio 2017
Secondo Zeni, infatti, il progetto esecutivo e l’avvio delle procedure di gara dovrebbero essere pronti entro questa primavera mentre l’avvio dei lavori potrebbe avvenire entro il 2017. Un ritardo sulle tabelle di marcia ipotizzate in un primo momento - spiega Zeni - dovuto al fatto che le nuove norme sui lavori pubblici richiedono la redazione di un progetto esecutivo e non è più percorribile la strada di un appalto integrato, cioè la soluzione che era stata scelta in prima battuta. Del progetto quindi si sta occupando il servizio opere civili della Provincia di Trento che sta anche preparando un accordo, da sottoporre al Comune di Trento, per definire le questioni finanziarie e gestionali di questo intervento. La storia di questa struttura di accoglienza, che troverà posto nell’area occupata un tempo dalla federazione allevatori, tra via Lavisotto e via Schmidt, parte da lontano. Per questo Violetta Plotegher, che seguì la vicenda da assessora comunale, ha ritenuto di dover intervenire, con un’interrogazione, per chiedere il motivo di tanto ritardo.
All’epoca si ipotizzò che questa struttura potesse servire per i padri separati, in particolare gli uomini in difficoltà economiche che nella nuova struttura avrebbero trovato un luogo temporaneo in cui trasferirsi. In seguito l’intervento ha assunto un senso più ampio, con l’obiettivo di rispondere a tutte le situazioni di emergenza (senzatetto compresi) ma con un approccio diverso rispetto ad altre strutture di accoglienza che già esistono in città: in via Lavisotto infatti l’obiettivo è quello di seguire gli ospiti per un periodo più lungo, accompagnandoli in un percorso di re-inserimento che possa risolvere i loro problemi. Un progetto che era stato “congelato” dalla Provincia nel 2014 (in considerazione della presenza di una struttura simile a Centochiavi nell’ex centro pastorale) e poi ripescato l’anno successivo (nell’ottobre 2015) quando venne considerato una priorità. Ora dovremmo essere giunti alle fasi finali.