La commissione decentramento è pronta al confronto sul futuro delle circoscrizioni. Attende il parere chiesto ai professori Gregorio Arena e Donata Borgonovo Re e intanto pensa a un tavolo per affrontare il tema con una rappresentanza di tutte le forze politiche. A dirlo è il presidente stesso Michele Brugnara (Pd) che presenta un piano di riorganizzazione in due tempi.
"Corriere del Trentino", 4 febbraio 2017
Il riferimento per la riflessione avviata dalla commissione decentramento è l’audizione dei presidenti delle circoscrizioni dello scorso novembre. «In quell’occasione tutti abbiamo riconosciuto — ricorda Brugnara — il valore delle circoscrizioni come motore della coesione sociale. Non vanno smantellate, ma valorizzate. Non si può lasciare in mano rappresentanza e partecipazione ai comitati e a chi urla di più. Semmai le circoscrizioni possono diventare istituti di partecipazione». Un disegno di riforma è già abbozzato ed è quello per cui la commissione attende un parere dai professori («Verosimilmente entro la metà di febbraio»): «Se sarà favorevole possiamo partire subito, siamo pronti e vogliamo lavorare anche istituendo un tavolo aperto a forze politiche che non sono rappresentate nella commissione (Forza Italia, Patt, Cinquestelle e Progetto Trentino, ndr )» dice il presidente. L’obiettivo è «arrivare in Aula con una proposta concreta dopo un percorso condiviso».
Il restyling a cui si pensa, invece, è «su due scenari». Uno «a breve termine» che affronti le problematiche segnalate dai presidenti delle circoscrizioni. Su tutte la burocrazia: «Mantenendo la configurazione attuale possiamo pensare a un pacchetto di interventi che vadano a migliorare la situazione — dice Brugnara — pensare alla semplificazione, anche delle regole elettive. Poi si può pensare a un’autonomia finanziaria sulla falsariga di quella delle scuole. Poi è giusto proporre anche un rimborso economico o un riconoscimento per i presidenti: si spendono davvero molto». Sul «medio periodo», invece, lo scenario cui fa riferimento Brugnara prevede «uno spostamento delle circoscrizioni verso la forma di istituti partecipativi». In questo senso propone di «guardare a esperienze diverse quali quelle delle città che, per effetto della legge del 2012 del governo Monti, sopra i 250.000 abitanti hanno eliminato le circoscrizioni». «Ravenna ha dei consigli territoriali. Altre realtà votano non con liste di partito ma con tre maxi-liste». Brugnara dice di aver intenzione di studiare gli esempi di Cesena e Bergamo. «L’autonomia finanziaria e l’aspetto partecipativo, poi, possono essere coniugati — conclude — L’accorpamento invece non deve essere una forzatura, va lasciato ai territori (secondo le loro peculiarità) e condiviso dal basso».