Mercoledì si è svolta a Roma la riunione della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, in vista della sessione plenaria della settimana prossima a Strasburgo.
Michele Nicoletti, 20 gennaio 2017
Nel corso dell'incontro abbiamo discusso dei principali temi in agenda, con l'obiettivo di approfondirne i contenuti e di confrontarci sulle diverse istanze, anche ai fini di condividere come Delegazione italiana, al di là delle differenti e legittime sensibilità politiche, alcune posizioni comuni.
La questione turca
Tra le questioni più urgenti, vi è la situazione in Turchia, sia per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto che per quanto attiene al funzionamento delle istituzioni democratiche.
Dopo il colpo di stato del 15 luglio scorso, il Governo turco ha sospeso l'applicazione della Carta europea dei diritti dell'uomo e ha adottato una serie di misure restrittive in tema di libertà di espressione e di stampa. Ha abolito l'immunità parlamentare e operato numerosi arresti.
In queste settimane è inoltre in discussione una riforma costituzionale che intende trasformare la Turchia in un sistema presidenziale.
Queste misure hanno suscitato grande preoccupazione per quanto riguarda un effettivo rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto in Turchia. Il Consiglio d'Europa ha espresso la sua solidarietà nei confronti del Paese e della popolazione che continua ad essere sottoposta ad attacchi terroristici, ma al tempo stesso ha rilevato come la reazione del Governo sia sproporzionata e, in particolare, ha sottolineato la necessità di non procedere ad arresti arbitrari di cittadini e di parlamentari.
Inoltre ha inviato alcuni parlamentari in missione per monitorare l'evolversi della situazione. Anche l'Assemblea parlamentare sta esercitando una pressione significativa per il rispetto delle libertà fondamentali.
I rapporti con la Russia
Abbiamo inoltre discusso dei rapporti tra il Consiglio d'Europa e la Russia e delle recenti notizie secondo le quali alcuni esponenti ucraini stanno lavorando ad un disgelo delle relazioni tra i due Paesi.
Per quanto attiene ai rapporti tra la Russia e l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, il Paese ha deciso di non presentare le credenziali e di non partecipare ai lavori del 2017, confermando in tal modo la scelta dell'anno scorso.
Credo che questa decisione rappresenti un rilevante problema, non solo per il Consiglio d'Europa, ma per tutti i Paesi impegnati nella promozione e nel rispetto della democrazia e dei diritti umani (che globalmente sono più garantiti e monitorati se la Russia è parte a tutti gli effetti dell'organizzazione).
Senza dimenticare che a livello governativo, sia in ambito sovranazionale che nazionale, sono in atto da parte di alcuni dei principali attori, tra cui il neo Presidente Trump, tentativi di reintegrare la Russia nei fori multilaterali più significativi.
Per questi motivi, ritengo indispensabile proseguire e migliorare il dialogo con le autorità russe per superare le contrapposizioni, per favorire la loro effettiva partecipazione anche alla dimensione parlamentare europea e per garantire il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto.
Le prossime iniziative
Infine abbiamo parlato delle prossime iniziative della Delegazione, che è impegnata, oltre che sui principali dossier di politica internazionale, nella lotta alla corruzione, nella promozione di una democrazia paritaria, nelle politiche contro l'odio e la violenza sulle donne e nella promozione di politiche migratorie che rispettino i diritti delle persone.
LA MOZIONE SUI FLUSSI MIGRATORI
Mercoledì si è svolta in Aula alla Camera una discussione sulla gestione dei flussi migratori, a seguito della quale sono state votate alcune mozioni presentate dai diversi gruppi politici.
Il Partito Democratico ha evidenziato come i flussi migratori, coinvolgendo persone in fuga da guerre e persecuzioni, rappresentino un dramma che investe la comunità nazionale, europea e internazionale di un'enorme responsabilità.
In questi anni, il Governo ha cercato di affrontare l'aumento esponenziale dei flussi, coniugando le politiche di sicurezza con quelle di rispetto dei diritti umani e di valorizzazione della dignità delle persone. E lo ha fatto cercando di coinvolgere l'Unione Europea e proponendo politiche condivise e solidali a livello sovranazionale, che spesso non hanno avuto successo a causa delle chiusure e dei ripiegamenti nazionalistici di molti Paesi.
Si è scelto inoltre un sistema di accoglienza diffusa per favorire, grazie al coinvolgimento delle realtà locali e del terzo settore, politiche di integrazione e di dialogo. Certo, l'intensificarsi degli arrivi ha reso più difficile il funzionamento di questo sistema e molti problemi permangono (dalla lunghezza dell'iter di esame delle domande di asilo, al protrarsi dei conseguenti ricorsi giurisdizionali, dalle difficoltà di rimpatrio, alla mancanza di collaborazione a livello sovranazionale), ma non possiamo permetterci di affrontare il fenomeno in maniera demagogica ed esasperando lo scontro politico.
L'orizzonte deve essere quello del rispetto del diritto nazionale ed internazionale e della promozione di una società aperta e coesa in cui siano garantiti sia i diritti che la sicurezza e la legalità.
Qui trovate la mozione (approvata) proposta dal PD e dai gruppi di maggioranza con cui si impegna il Governo a proseguire nella realizzazione di un sistema di accoglienza diffuso sul territorio, a rendere più efficaci i rimpatri e le espulsioni, a rilanciare una politica comune di asilo a livello europeo, ad incrementare la cooperazione internazionale con i Paesi di origine e ad assicurare la doverosa attenzione per i minori non accompagnati.
SUL TESTAMENTO BIOLOGICO
In queste settimane è in discussione in Commissione Affari sociali alla Camera la proposta di legge recante "Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari". Molti sono gli emendamenti presentati e a fine mese il testo arriverà in Aula.
Qui trovate una mia intervista, andata in onda ieri su Radio Radicale, sul tema del testamento biologico, nella quale sottolineo come esso sia una delle questioni più delicate all'interno della bioetica e della tutela dei diritti umani.